I vincitori di Venezia 70: il Leone d’Oro vola sul raccordo anulare

Si conclude la Mostra del Cinema 2013: premi importanti al cinema italiano e la rivelazione del film greco "Miss Violence"

È tornato a casa il Leone d’Oro, che da ben quindici anni non posava le sue zampe sul suolo italiano se non per attendere di volare verso altri lidi. Gianfranco Rosi, già vincitore della sezione Orizzonti nel 2008 con Below Sea Level, porta a casa il più alto riconoscimento per il documentario Sacro GRA. Una pellicola visivamente straordinaria, attraverso la quale Rosi racconta le molte umanità che vivono ai margini della capitale, lungo il grande raccordo che lambisce Roma ma da cui la città appare quanto mai remota.

La scelta della Giuria, presieduta da Bernardo Bertolucci, è stata certamente coraggiosa e imprevedibile. È la prima volta che un documentario vince la Mostra del Cinema, ed è il primo anno in cui ben due documentari partecipano al concorso (l’altro era The Unknown Known del cineasta americano Errol Morris). Venezia segue così l’esempio di Cannes, che con la Palma d’Oro a Farenheit 9/11 di Michael Moore nel 2004 era stato il primo grande festival ad assegnare il premio più alto ad un documentario. Un segnale importante per tutto il genere, che da Cenerentola delle sale conquista ora il podio più alto e l’attenzione dei media, spesso disinteressati ad un cinena senza lustrini ed effetti speciali. “Voglio condividere questo premio con i documentaristi, spero che sia un ispirazione anche per loro”, ha dichiarato Rosi al termine della cerimonia.

Al cinema italiano è andato un altro importantissimo riconoscimento con la Coppa Volpi a Elena Cotta per Via Castellana Bandiera di Emma Dante. Attrice milanese prevalentemente teatrale, Cotta si è cimentata con un ruolo non parlato, in cui solo il volto e il corpo potevano esprimere la caparbietà e fragilità di un’anziana donna siciliana che, alla guida della sua auto, si rifiuta di cedere il passo a due donne che arrivano dalla direzione opposta.

L’altra grande rivelazione di quest’anno è certamente stata Miss Violence di Alexandros Avranas, Leone d’Argento per la regia e Coppa Volpi all’attore protagonista Themis Panou (ripetendo la doppietta regia-attore che l’anno scorso era toccata a The Master di Paul Thomas Anderson). Arrivato in sordina al Lido, il film greco ha conquistato buona parte della stampa e del pubblico ma anche acceso dibattiti, con il suo duro spaccato della prostituzione e violenza domestica ai tempi della crisi. Una tematica che ha attraversato molti altri film presenti, tra cui Die Frau des Polizisten di Philip Gröning, a cui è andato il Premio Speciale della Giuria.

Quest’anno è stato anche assegnato un Gran Premio al film di Tsai Ming-Liang Stray Dogs, un film che ancora una volta conferma i ritmi lentissimi e antinarrativi del maestro taiwanese, amati da molti e mal sopportatati da altrettanti. Philomena, film su una anziana donna irlandese che cerca il figlio strappatole in gioventù dalle suore, riceve soltanto il premio alla sceneggiatura, dopo essersi confermato la pellicola più amata da pubblico e critica quest’anno. Il film di Stephen Frears, con un’interpretazione di Judi Dench che ha toccato le corde di molti, avrà sicuramente grande successo nelle sale. Pienamente nelle attese anche il Premio Mastroianni a Tye Sheridan per Joe: giovane stella nascente di Hollywood, sentiremo spesso parlare di lui. Peccato che, alla domanda se conoscesse Marcello Mastroianni a cui il premio è dedicato, abbia confessato: “Non lo conosco, ma so di lui…non conosco nessuno dei suoi film…è un attore francese, vero?”

Si chiude così anche la settantesima edizione del festival. Nonostante molti abbiano lamentato una selezione dei film deludente, la Mostra di quest’anno passerà certo alla storia. Disertata dalle grandi star, con pochi autori davvero di richiamo in concorso, ha saputo stupire tutti con un finale a sorpresa. Proprio come aveva promesso Bertolucci.