Nel piccolo Pala Arrex di Jesolo uno show che, a giudicare dalla risposta del pubblico, non ha niente da invidiare ai più grandi palchi calcati dalla band durante il tour.
Una cantante che dà anima e corpo alla musica, ammaliante -sembra un paradosso- con la sua voce graffiante e assolutamente unica con i suoi acuti coraggiosissimi, ma allo stesso tempo capace di sussurri di una dolcezza quasi dolorosa.
Deborah Dyer – in arte Skin – con un’acconciatura a spazzola che risulta strana agli occhi di chi amava la testa rasata che caratterizzava la cantante, indossa pantaloni luccicanti e magliettine trasparenti e non si risparmia niente: tanto talentuosa e affascinante quanto spericolata, Skin si concede ben due volte alle mani del pubblico, che la fa arrivare fino alla fine del parterre, la fa cantare in piedi sopra le sue teste e a malincuore la restituisce al palcoscenico. Come un enorme blob, la folla si compatta all’inverosimile verso dove si trova lei per sfiorarle un braccio o farle una foto.
Undici anni fa il gruppo si era sciolto, dopo il boom negli anni ’90, per poi riunirsi nel 2009 e continuare insieme un percorso decisamente apprezzato dal pubblico, corredato da due album notevoli: nel 2010 Wonderlustre, da cui sono tratti pezzi come God Loves Only You e My Ugly Boy; e nel 2012 Black Traffic, che contiene I believed in you e Sad sad sad, insieme ad altri pezzi inseriti in scaletta. Un album che mostra l’impegno politico del gruppo in modo più evidente rispetto al precedente – impegno che comunque non è mai mancato, fin dagli anni ’90.
Il pubblico va all’unisono: colpisce il silenzio quasi sacro che scende durante I hope you meet your hero quanto l’inferno che la cantante riesce a scatenare in altri pezzi come My ugly boy o Tear the place up – si è quasi temuto che il pubblico avrebbe davvero tirato giù il palazzetto.
Si è detto tanto sulla presenza scenica di Skin, mentre la band rimane quasi in disparte: grandissima coesione musicale tra i quattro componenti, testimone di una forte armonia anche personale che non li ha visti separati nemmeno durante il lungo periodo di pausa.
Ma se Mark da dietro la batteria sembra una forza della natura, Ace e Cass – rispettivamente basso e chitarra- sembrano intimiditi, osano al massimo fare qualche passo fino a bordo palco per gli assoli o scambiarsi di posto, lasciando tutta la scena a Skin.