Mattia De Luca in gara a Sanremo nella sezione Nuova Generazione con “Non parlare più” racconta a NonSoloCinema le sue emozioni e la sua passione per la musica.
NSC: Da dove nasce e come si è sviluppata la tua grande passione per la musica?
M.D.L.: Non so bene da dove nasca, posso dire però che a casa si ascoltava tanta musica e penso che da questo sia nata questa grande passione. Con il tempo ho sviluppato questo interesse e ho deciso di partire per gli Stati Uniti dove ho scoperto e approfondito anche la mia parte “autoriale”, la parte che preferisco e in cui mi riconosco.
NSC: Come è stata questa esperienza americana?
M.D.L.: E’ stata davvero un’esperienza incredibile, mi trovavo in una università dove si studiava solo musica, quindi non ho fatto altro che approfondire la mia passione. E’ stata davvero una cosa molto importante per me e che mi sento di consigliare a tutti i ragazzi che vogliono fare questo come lavoro, perchè si ha la possibilità di stare insieme ad altre persone che si occupano di musica. E’ una continua e valida competizione, che viene vissuta come forma di crescita e questo permette di essere continuamente ispirati da altri e soprattutto di potersi confrontare con delle persone che dividono lo stesso interesse.
NSC: Sei in gara per Sanremo Nuova Generazione con Non parlare più. Cosa puoi dirci di questo brano?
M.D.L.: E’ un brano che nasce originamente in inglese e che poi è stato trasformato in italiano. Non parlare più racconta di quel momento in cui non serve parlare, ma basta uno sguardo per capirsi, non solo tra due persone che si amano ma anche, per esempio, tra due amici, parla di quel momento in cui si realizza di capire veramente una persona.
NSC: Al testo ha lavorato anche Tricarico, come ti sei trovato a collaborare con lui?
M.D.L.: Mi sono trovato molto bene a collaborare con Tricarico, lui è un’artista bravissimo. Quando Caterina Caselli mi aveva proposto di collaborare con lui, all’inizio ero un pò scettico solo perchè non sembrava vicino al mio modo di esprimermi, anche se sono un suo grandissimo ammiratore. Invece devo dire che Caterina, come al solito, aveva ragione, la collaborazione è andata molto bene tanto che lui ha lavorato ad altri miei due testi.
NSC: Partecipi nella sezione Nuova Generazione, una novità del Festival, dal momento che i brani si sono già potuti ascoltare. Cosa pensi di questa formula?
M.D.L.: Penso sia davvero un’ottima cosa, perchè questo offre la possibilità di poter ascoltare molti brani di cantanti giovani. Quello di potere ascoltare le canzoni su internet offre una grande visibilità alla musica nuova.
NSC: Quali sono le tue emozioni legate al Festival? Che cosa ti aspetti?
M.D.L.: Sono molto emozionato, naturalmente. Ho una gran voglia di cantare e spero che il Festival segni l’inizio della mia carriera nel mondo della musica.
NSC: Il 19 febbraio esce Dreamers il tuo primo album, con delle canzoni in italiano e altre in inglese. Cosa ci puoi raccontare della lavorazione?
M.D.L.: E’ stata un’esperienza incredibile, sono stato affiancato da dei bravissimi professionisti. Credo molto in questo lavoro, che mi ha coinvolto moltissimo. Entrare in studio con i musicisti che riescono a trasformare e arricchire i pezzi che hai scritto è davvero una cosa incredibile, una sensazione inspiegabile.
NSC: Come mai hai scelto l’inglese per alcuni pezzi e altri in italiano?
M.D.L.: Con la lingua inglese credo mi riesca meglio esprimere le emozioni e i miei stati d’animo. Scrivere anche in italiano è stata una bella sfida, e vorrei ancora mettermi alla prova per scrivere anche nella “mia” lingua.
NSC: Quali sono i tuoi progetti?
M.D.L.: Vorrei avere Phil Palmer, che ha prodotto l’album, anche durante la promozione dell’album e durante i miei live, lui ha già accettato quindi è un progetto realizzabile.