“L’avion” di Cédric Kahn

"Storia di un bambino e dell'aereo che gli insegnò a volare"

Fuori Concorso
Il francese Cédric Kahn, quest’anno anche membro della giuria, presenta a Torino il suo nuovo film, un’insolita fiaba per bambini dai toni cupi e inquietanti.

A Natale Charly, invece della tanto desiderata bicicletta, riceve dal padre un aereo da lui stesso costruito. Il giocattolo viene dimenticato nell’armadio del bambino finchè un giorno, dopo la morte del padre, sembra prendere vita. E’ così che tra il bambino e il giocattolo si sviluppa un rapporto quasi morboso che conduce Charly alla fuga per salvare a tutti i costi l’aereo animato.

Tratto da “Charly” di Magda-Lapière, il soggetto del film si discosta molto dai precedenti lavori del regista francese che, dopo l’erotico “La noia” (1998, tratto da Moravia), “Roberto Succo” (2001, ispirato ad un fatto di cronaca nera italiana) e “Luci nella notte” (2004, tratto da Simenon), si rivolge ad un pubblico infantile con questa fiaba magica dal finale buonista.
La storia narrata, proprio per il suo carattere fantastico ci pare però poco adatta ad una trasposizione cinematografica; quando infatti ci troviamo a fare i conti con la visione di un aereo giocattolo imbizzarrito che attacca persone e si ribella distruggendo finestre, l’effetto risulta piuttosto patetico ed imbarazzante. In questi momenti, anche attraverso l’utilizzo di una musica incalzante, Kahn tenta di inserire elementi del thriller in una storia per bambini, ma l’operazione risulta avere esiti alquanto comici.

Il cerebrale cinema francese dimostra dunque la sua inadeguatezza di fronte a modelli di cinema fantastico degni di questo nome e capaci di farci sognare come i recenti “Harry Potter”, “Lemony Snicket” e “Charlie e la fabbrica di cioccolato”. Sarà forse per la maggior dimestichezza con gli effetti speciali, ma è il caso di dire che il genere fantastico è un genere tutto americano.
La capacità degli americani di rendere la magia sullo schermo e di proiettarci in un mondo di fantasia è evidente fin dai tempi di E.T..
Il film di Kahn, che pare anche ammiccare al classico di Spielberg in una scena notturna in cui il bambino passa accanto alla luna a bordo del suo aereo magico, non riesce dunque nel suo intento di trasportarci in un mondo altro fatto di avventura e fantasia. La poesia del soggetto viene infranta dunque da una trasposizione cinematografica piuttosto ingenua.
Gli adorabili interpreti tuttavia (il dolcissimo protagonista Roméo Botzaris e la materna Isabelle Carré) contribuiscono a donare alla pellicola un’aura di dolcezza e poesia che rendono comunque gradevole questa fiaba.

L’AVION
L’AEROPLANO

Francia, 2005, 35mm, 100′, col.

regia/director
Cédric Kahn
soggetto/story
Charly di/by Magda-Lapière
sceneggiatura/screenplay
Cédric Kahn, Ismaël Ferroukhi, Gilles Marchand, Raphaëlle Valbrune, Denis Lapière
fotografia/director of photography
Michel Amathieu
scenografia/set design
Arnaud De Moléron
costumi/costume design
Pascaline Chavanne
montaggio/film editor
Noëlle Boisson
musica/music
Gabriel Yared
suono/sound
Pierre Gamet
interpreti e personaggi/cast and characters Isabelle Carré (Catherine), Vincent Lindon (Pierre), Roméo Botzaris (Charly), Nicolas Briançon (Xavier), Alicia Djémaï (Mercedes)
produttore/producer
Olivier Delbosc, Marc Missonnier
produzione/production Fidélité
coproduttore/coproducer
Dirk Beinhold
coproduzione/coproduction
Akkord Film Produktion, France 3 Cinéma, Pathé
Distribution
distribuzione, vendita internazionale/distribution, world sales agent
Pathé Distribution