“LA VEDOVA ALLEGRA” A MOTTA DI LIVENZA

Nella bella cornice della piazza mottense ha avuto luogo lo scorso 30 luglio un evento culturale memorabile: l’allestimento della famosa operetta di Franz Lehár, in occasione dei festeggiamenti del centenario dalla sua prima rappresentazione a Vienna nel 1905. Lo spettacolo si è rivelato un momento di gustosa opéra-comique ed è stato accolto con grande simpatia da una piazza gremita.

Esattamente cento anni fa veniva allestita per la prima volta al teatro An-der-Wien di Vienna “La vedova allegra”, operetta in tre atti su musica di Franz Lehár e libretto di Victor Léon e Leo Stein. Dopo una serie di delusioni e scelte infelici, il caparbio Lehár ottiene il suo primo successo teatrale con questa storiella spassosa e frivola, ambientata durante la belle époque in una Parigi abitata da giovanotti di belle speranze e donnine allegre.

In questa nuova produzione proposta per il centenario dalla sua prima rappresentazione, curata in esclusiva per l’Italia dal regista Corrado Abbati (vedi foto) e in accordo con l’Editrice Suvini Zerbini, le scenografie e i costumi sono particolarmente belli e curati. L’ambientazione riproduce le tipiche sale luminose e curate in stile belle époque, i costumi sono particolarmente vistosi e sgargianti, adatti ai ruoli ‘leggeri’ dei protagonisti e alle coreografie.

Ottimo anche il cast, composto da cantanti e ballerini, tra cui segnaliamo le due primedonne, la voce cristallina e superba di Olga Adamovich (vedi foto) nella parte della protagonista Hanna, e Antonella De Gasperi nel ruolo dell’irresistibile Valencienne. Tra i personaggi maschili, ricordiamo l’amabile voce tenorile di Domingo Stasi (Il Conte Danilo) e il simpaticissimo Abbati nei panni del segretario Njegus, figurina comica che, insieme all’ambasciatore Mirko Zeta (interpretato dall’altrettanto brillante Fabrizio Macciantelli), dà vita a dei gustosi siparietti, dove la comicità originale del testo si mescola con frammenti di battute in dialetto (anche improvvisati), in un bizzarro ma convincente mix di operetta viennese e teatro buffo di retaggio goldoniano.

Tra i momenti più piacevoli ci sono naturalmente i numerosi balletti del corpo di ballo della coreografa Stefania Brianzi, quel tripudio di danze che caratterizzò lo stile di Lehár e che valse spesso a questo suo lavoro la definizione di ‘TanzOperette’. Via libera dunque a polke, mazurke, cake-walk, gavotte e can-can, ma soprattutto al valzer, la danza preferita e onnipresente negli incontri tra i due amanti protagonisti. La ‘Canzone di Vilja’ cantata da Hanna all’inizio del secondo atto strappa invece l’applauso spontaneo e caloroso del pubblico, confermandosi come una delle arie più riuscite e toccanti dell’autore.

Da qualche anno oramai l’Associazione musicale Oder Atto II (con sede a Oderzo) si occupa con profitto dell’organizzazione di concerti e di opera lirica nella famosa piazza opitergina, allargando per la prima volta quest’anno i suoi orizzonti anche verso Motta di Livenza. A giudicare dalla presenza massiccia di pubblico si può dire senza dubbio che questo primo appuntamento abbia riscosso un grande successo. Ci auguriamo quindi che la proficua collaborazione tra la Oder e il Comune di Motta continui su questa strada.