Un’immagine realistica e lineare di una Cina provinciale e misera in cui si scorgono i problemi, i sentimenti e la mentalità di una società diversa dalla nostra, ma che ha comunque tutta una serie di somiglianze soprattutto nelle mode e nelle novità provenienti dal mondo occidentale e nel modo in cui vengono assorbite e ostacolate dalle diverse generazioni.
La protagonista di questa storia, allo stesso tempo delicata e molto forte, è Quing Hong, una ragazza di diciannove anni che sta per diplomarsi e vive nella paura di lasciare la periferia dove è nata e dove si sente a casa. Suo padre, infatti, ormai insofferente a questo ambiente così “campagnolo” e privo di confort, sogna come molti altri di tornare a Shanghai, città dalla quale sono partiti parecchio tempo prima, negli anni sessnata, per dare il via a quelle fabbriche che dovevano costituire una difesa contro il pericolo sovietico.
Arrivano anche in questa zona industriale isolata le bizzarre mode e le nuove musiche anni ottanta, che la scuola cerca di arginare ma che condizionano sempre più la vita dei giovani. La severità o la noncuranza nella reazione dei genitori, unite ai pregiudizi e le distinzioni sociale tra gli autoctoni e gli ex-cittadini, creano una miscela scombussolante per una situazione sociale movimentata e indefinita.
Tutti i temi affrontati sono in un certo senso sempre validi ed attuali anche se in forme diverse dalla norma, e si incentrano soprattutto sui rapporti famigliari in un’epoca particolare che appare a maggior ragione buffa se collocata nella società rigida e severa della Cina comunista.
Il regista di Le biciclette di Pechino torna a mostrare una faccia della sua cultura, complessa ed estranea agli stereotipi a cui siamo abituati. La sua regia è attenta ai particolari e per questo le scene si susseguono con un ritmo lento, con regolarità e una sorta di ripetitività interna dei gesti e delle inquadrature.
Il racconto è ricco di elementi autobiografici dello stesso Wang Xiaoshuai che ha vissuto la stessa esperienza e ha avuto un padre altrettanto severo e insoddisfatto.
I bravissimi attori principali di “Shanghai Dreams” sono gli stessi del film più famoso del regista, che ha vinto il Gran Premio della Guiria e l’Orso d’argento al Festival di Berlino del 2001, decretando così per l’autore il passaggio dal cinema underground a circuiti affermati.
Un riconoscimento meritato e indispensabile per chi si occupa di portare alla luce parti della storia di un paese che non sono mai state documentate, e nonstante le defficoltà è riuscito a creare un’opera completa e alla portata di tutti.
itolo originale: Shanghai Dreams
Nazione: Cina
Anno: 2005
Genere: Drammatico
Durata: 120′
Regia: Xiaoshuai Wang
Cast: Yuanyuan Gao, Anlian Yan, Xueyang Wang, Bin Li
Distribuzione: Teodora Film
Data di uscita: Cannes 2005
07 Dicembre 2005