“Six Feet Under”: il rapporto fra Nate e Brenda

La qualità del prodotto

Tra tutti gli intrecci e le storie di Six Feet Under, il rapporto più tormentato e più trascinato sin dall’inizio è, ovviamente, quello instauratosi fra Brenda e Nate (ma anche quello fra David e Keith non è da meno), specialmente a causa dei problemi di instabilità emotiva di lei.

La donna, intelligente e dinamica, ha alle spalle una famiglia disfunzionale dell’alta borghesia californiana: i genitori, entrambi psicologi di fama, non hanno mai nascosto nulla ai figli. Ogni questione veniva scarnificata in ogni più piccolo dettaglio, persino quelle intimi e personali, come, ad esempio, i loro rapporti extra-coniugali o le loro “affettività” in pubblico.

Cresciuti in questo modo (a differenza dei Fisher nel cui ambiente tutto veniva taciuto, in particolar modo da parte di Ruth, le cui emozioni private erano sempre rimaste inespresse), Brenda e suo fratello Billy hanno sviluppato ansie e problemi nevrotici di ogni genere, fino ad avere l’un con l’altro un rapporto vagamente incestuoso (specie da parte di Billy, artista che si imbottisce di ogni sorta di psicofarmaco).
Le due famiglie, così diverse, si uniscono tramite Nate e Brenda e con questi trascorsi il loro rapporto non può che nascere già malato. La donna è un esempio della difficoltà necessaria ad abbandonare i demoni legati alla formazione dei primi anni di vita.

Il loro sarà un rapporto tragicamente distruttivo per anni, dominato dai continui tradimenti di lei nel momento in cui le cose tendono a sistemarsi. Brenda non riesce a trovare una sua dimensione, nel tempo la si vede passare da un’idea all’altra, da una cosa all’altra. Nulla le è adatto, finché non scoprirà quale è la cosa che le permette di trovare una sua stabilità. Come tutti gli altri.

Dal punto di vista narrativo, Six Feet Under ha cambiato il modo di concepire la storia, la struttura, lo spessore dei personaggi di un’opera interepisodica. La qualità di questo prodotto ha permesso il miglioramento linguistico e realistico di tutte le serie a venire, che in un modo o nell’altro devono la propria alta qualità filmica, registica, recitativa alla rivoluzione e alla lezione di Six Feet Under (senza sottovalutare minimamente quella de I Soprano, anzi).

Alla serie di Ball fanno riferimento lavori come Desperate Housewives, Big Love, Dirty Sexy Money, Nip/Tuck, ma nessuna di loro riesce a reggere la compattezza nel tempo come il suo precursore.
Infatti, Six Feet Under è uno di quei rari casi in cui l’intero prodotto è di pari livello da stagione a stagione (generalmente in passato, invece, le serie televisive venivano realizzate fino a che lo spettatore si stancava o fino al logoramento narrativo).
Il prodotto, non a caso, è concepito per avere una compattezza di racconto che lo porta a concludersi con la quinta stagione. Elemento in realtà, questo, anche tipico del canale di trasmissione, HBO: finire quando si è ai massimi apprezzamenti della critica e del pubblico e non andare avanti inutilmente fino al suo deteriorarsi.