Marshal South, un eccentrico e poliedrico artista, cerca di fare rivivere, verso la metà del secolo XX, il mito del buon selvaggio coinvolgendo in questo esperimento moglie e figli.
Come Rousseau, anch’egli vede nel progresso, nell’avanzare della tecnica la progressiva corruzione della sensibilità naturale dell’uomo e cerca di opporsi a questa corruzione con una idilliaca semplicità di costumi, prendendo come termine di riferimento gli usi e costumi indiani. Caricati su una vecchia e sgangherata Ford i suoi pochi averi, arranca lungo i sentieri polverosi del Colorado Desert in California alla ricerca di un luogo in cui vivere.
Parte così il suo utopistico progetto. Su una cresta montuosa battuta dal vento, la Ghost Mountain, viene costruita una casa che ospiterà l’eccentrica famiglia per sei anni durante il periodo della Grande Depressione e della Seconda Guerra Mondiale. La vicenda, molto seguita dalla stampa dell’epoca, rivive attraverso filmati amatoriali, fotografie, disegni, lunghe interviste ai figli ormai maturi e da tempo bene inseriti nella società civile. I primi tempi vennero vissuti con entusiasmo pionieristico in un misto di incoscienza e di cocciuta perseveranza. La madre sosteneva il peso maggior dell’esperimento provvedendo anche ad una accurata e completa istruzione dei figli privati di una scuola regolare. Il padre, visionario, fu il primo a smentire coi fatti il mito della bontà innata del buon selvaggio, intrecciando una relazione amorosa con la bibliotecaria del paese vicino (quanti sottintesi rimproveri dalla figlia ormai adulta verso quel padre che nelle rare visite al villaggio negava ai figli quasi nudi e cresciuti con una educazione spartana il sognato gelato che poi regalava, con poesie d’amore all’innamorata!).
E’ l’inizio della fine dell’esperimento con la moglie che chiede il divorzio e mai lo perdonerà. Il film si chiede quali effetti abbia avuto il periodo trascorso nel deserto sui bambini e le risposte oscillano fra l’ammissione del fallimento e il rimpianto per un tempo eccezionale vissuto come un privilegio.
L’abilità nel gestire il montaggio di documenti e testimonianze fa di questo film un documento etnico di particolare interesse e commozione.
Regia:John Mc Donald
STATI UNITI D’AMERICA 2007
VIDEO, COLORE, 76’