Taormina – Dietro front, avanti march! Il Taormina Film Fest ricomincia da dove aveva lasciato e cioè dalla riabilitazione di quel concorso che cinque anni fa il suo attuale direttore, Felice Laudadio, aveva deciso di mandare in soffitta. Ma si sa, la competizione è stuzzicante e aggiungere un tocco di pepe in più sul piatto della rassegna taorminese era un’occasione troppo grande per lasciarsela scappare.
Riecco giurati, attori, film e relative chiacchiere da sala, che, ne siamo certi, non mancheranno di appassionare i pomeriggi cinéphiles del Palacongressi. La cronaca racconta che l’ultimo film a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro taorminese fu “Petits frère” di Jacques Doillon, che nel 1999 mise tutti d’accordo con il suo forte ritratto degli adolescenti della periferia parigina.
La giuria internazionale, cui toccherà assegnare sei premi (miglior film, miglior attore protagonista, miglior attrice protagonista, miglior attore non protagonista, miglior attrice non protagonista, miglior fotografia), sarà presieduta dal regista Hugh Hudson e composta dagli attori Malcolm McDowell e Laura Morante, Moritz de Hadeln (ex direttore del Festival di Venezia, da quest’anno al Montreal New Filmfest) e Diego Lerer, critico cinematografico del quotidiano argentino “El Clarìn”. Sei premi ufficiali, denominati TaorminaFilmFest Awards, a cui si aggiungono i 25mila euro messi in palio dalla BNL e che, da una giuria popolare già pronta e scalpitante, saranno assegnati alla miglior opera prima o seconda. Senza scordare il Premio Fipresci, che sarà assegnato da una giuria capitanata dal critico francese Michel Ciment.
Dodici le pellicole che scorreranno sugli schermi del Palacongressi al ritmo di due al dì. Apertura e chiusura affidata agli americani. Si comincia domenica 12 giugno con “Limbo”, thriller psicologico fotografato in bianco e nero dall’esordiente Thomas Ikini. Nello stesso giorno spazio anche a “Nordkraft” del danese Ole Christian Madsen, che si presenta come un disturbante sguardo sul mondo della droga. Chi l’ha visto dice che ricorda molto da vicino un cult movie del calibro di “Requiem for a Dream”. Vedremo. L’altro film americano, che chiude il concorso il 17 giugno, è “I’m a Sex Addict” di Caveh Zahedi, divertente, pare, commedia autobiografica in cui lo stesso regista racconta le problematiche relative alla sua dipendenza dalle…prostitute. Due anche i titoli italiani. Apre il programma, il 12 giugno, “Apnea”, dell’esordiente Roberto Dordit. Claudio Santamaria è un giornalista sportivo, ex schermidore di successo, che si mette ad indagare sul passato di un suo amico, morto di infarto. Giampaolo Tescari, navigato autore di tanta fiction Tv, con il suo “Gli occhi dell’altro” (15 giugno) propone un pericoloso ménage à trois tra un maturo scienziato, un’ondivaga attrice di teatro (Lucrezia Lante Della Rovere) e un profugo curdo appena uscito dal carcere. Altra nazione presente con due pellicole è l’Inghilterra, seppur la prima di queste, “Guy X” di Saul Metzstein (13 giugno), è una coproduzione realizzata col sostegno di Canada e Islanda. Vedremo la giovane star di Hollywood, Jason Biggs (“Anything Else” di Woody Allen e “Jersey Girl” di Kevin Smith, le sue due ultime apparizioni), in una black comedy ambientata sul finire degli Anni Settanta. L’altro film anglosassone è “The Fever” (17 giugno), opera seconda del figlio di Vanessa Redgrave e Franco Nero, Carlo Gabriel Nero, che dirige la mamma (e le labbra carnose di Angelina Jolie) in una commedia politica tratta da una pièce di Wallace Shawn. Ancora Europa con l’opera d’esordio dell’irlandese Dermot Doyle, “Hill 16” (15 giugno) e con il lussemburghese “Bye bye Blackbird” di Robinson Savary (14). Presente anche la cinematografia dell’Est con il polacco “RH+” di Jaroslaw Zamojda (16 giugno) e con il kazako “Shiza” (14 giugno) di Gulshat Omarova, senza contare l’immancabile iraniano “Ava-Je Jebreyeel” di Cyrus Ranjbar (16 giugno), altra opera prima in concorso. Sia mai venisse fuori da Taormina il nuovo Kiarostami?