Dopo aver conquistato i più importanti teatri d’Europa, recentemente al Teatro La Fenice di Venezia dove la sua versione del Macbeth di Verdi ha riscosso pieno consenso, il regista Damiano Michieletto debutta al Teatro Bol’šoj di Mosca con la produzione de Il viaggio a Reims di Gioacchino Rossini. Forte del grande successo all’Opera Nazionale Olandese di Amsterdam nel 2015, già replicato a Copenaghen e a Roma, lo spettacolo approda ora nel tempio dell’opera e del balletto della capitale russa diretto dal maestro Tugan Sochiev. Un successo che il regista veneto riporta al prezioso contributo dei suoi storici collaboratori, in un gioco di squadra cui Michieletto si propone come portavoce: le scene sono infatti realizzate da Paolo Fantin, i costumi da Carla Teti, mentre le luci portano la firma Alessandro Carletti.
«Il Bol’šoj rappresenta uno dei luoghi simbolici del teatro, della danza e della musica internazionali – afferma il regista – per me è un grande privilegio essere invitato a lavorare in questa città e avere l’opportunità di approfondire la storia di questo teatro. La cultura teatrale russa ha plasmato in modo indelebile l’arte della recitazione grazie a personalità quali Mejerchol’d e Stanislavskij, che proprio qui a Mosca fondò il suo celebre Teatro d’Arte».
Così l’opera di Gioacchino Rossini, di cui ricorre quest’anno il centocinquantesimo anniversario della scomparsa, è ambientato in un museo, tra personaggi reali e soggetti di celebri dipinti di alcune tra le più importanti personalità dell’arte del Novecento, quali Picasso, Magritte, Keith Haring e Frida Kahlo. Nell’interpretazione di Damiano Michieletto, l’atto unico di Rossini ricerca lo spirito del compositore per essere qui restituito con vivacità e leggerezza: «Trattandosi di un’opera priva di una vera e propria drammaturgia – continua il regista – nel realizzarla ho cercato un pensiero che non fosse solo divertente o brillante, ma anche legato al motivo per cui il lavoro è stato scritto. Tutti i personaggi sono in preda alla frenesia e all’ansia per l’attesa dell’inaugurazione di una mostra, che corrisponde alla partenza per Reims del libretto dell’opera. Alcuni di loro sono personaggi reali, come Madama Cortese, ovvero la direttrice del Museo. Altri sono personaggi storici, appartenenti ai dipinti esposti. L’arrivo di una grande e misteriosa tela darà una svolta alla vicenda, sempre all’insegna dell’occasione storica per la quale Il viaggio a Reims fu scritto: l’incoronazione di Carlo X a re di Francia».
Lo spettacolo è replicato al Teatro Bol’šoj il 13, 14, 15 e 16 dicembre e proseguirà il prossimo anno la sua tournée mondiale in Australia a Melbourne (dal 24 maggio) e Sydney (dal 24 ottobre). Dopo Il viaggio a Reims a Mosca, Michieletto sarà impegnato con le nuove produzioni di Der ferne Klang (Il suono lontano) di Franz Schreker in scena all’Opera di Francoforte dal 31 marzo 2019 e Alcina di Händel, con Cecilia Bartoli nel ruolo della protagonista, al Festival di Pentecoste di Salisburgo il 7 e il 9 giugno 2019.