A due anni di distanza dal capolavoro Mommy, presentato a Cannes nel 2014, Xavier Dolan presenta nuovamente in Francia È solo la fine del mondo, il suo secondo film dalla sceneggiatura non-originale dopo Tom à le ferme, trattandosi infatti di un adattamento dell’omonima piéce di Jean-Luc Lagarce.

Louis, giovane scrittore teatrale omosessuale andatosene di casa non appena possibile, decide dopo 12 anni di assenza di ritornare nella casa dov’è cresciuto per annunciare la sua imminente morte alla famiglia: una madre kitsch, un fratello maggiore geloso, una sorella che non ha mai conosciuto, e un’imbarazzata cognata.

Juste la fin du monde 3

Ancora una volta, dunque, Dolan ci stupisce virando ancora una volta verso un altro tipo di cinema, rispetto a quanto già fatto. Dopo il barocco di Laurence anyways, l’emotività di Mommy e la struttura di Tom à la ferme, con questo suo ultimo film, l’enfant prodige canadese ci conduce in un piccolo ambiente (costituito da un paio di interni e un esterno, di fatto) così denso, così emozionalmente saturo, da rendere compattissimo un film che di compatto in teoria non dovrebbe avere nulla. Senza obbedire a nessuna regola, cinematograficamente parlando, Dolan porta non solo la regia, bensì l’intero comparto filmico a livelli inusuali e, soprattutto, inaspettati. Perdiamo una struttura articolata come quella di una piéce per guadagnare in fatto di comprensione, di empatia e soprattutto di immagine.

Perché quest’opera, nonostante la natura verbosa e la ristrettezza di movimento spazio-temporale, è forse la più visionaria di Dolan, che cerca la corrispondenza tra suono e figura, tra i fiumi di parole e i silenzi imbarazzati e rancorosi. Oltre che quindi estremamente meta-comunicativa (i personaggi fanno il possibile per comunicare gli uni con gli altri e lo stesso fa il regista con noi), l’opera ritorna alla tematica principe nella filmografia dolaniana: quell’amore così intenso che co-implica necessariamente anche un odio indescrivibile. Mentre tutti quanti i parenti, in un modo o nell’altro, cercano di entrare in comunione con Luois, Dolan tenta di entrare in comunione con lo spettatore dimostrandogli quanto semplicemente bivalente può essere un legame.

Juste la fin du monde

Separato in tre “atti” da due brevi montaggi sonori che rievocano ricordi e pensieri, regalandoci in pochi secondi un background sufficiente per capire appieno le dinamiche familiari, È solo la fine del mondo ci regala un’innovativa visione di ogni reparto del fare cinema, come si diceva, alterando profondamente la natura di fotografia e montaggio e al contempo utilizzando l’enorme abilità di regista di Dolan per focalizzarsi sulla sfera attoriale, sulla potenza comunicativa degli attori: si sta mettendo la tecnica al servizio della “pancia” come mai prima d’ora, un cinema puro che mira dritto pura irrazionalità.

Ciò che dunque conta di più sono i personaggi, meravigliosamente interpretati e diretti; in particolare, all’estremo opposto del protagonista/veicolo, abbiamo i ruoli di Marion Cotillard e Vincent Cassel. Lei, come in Mommy, è quel personaggio estraneo agli eventi, che però agisce come un parafulmine, facendosi carico di ogni scarica emotiva, con la sua passività, balbuzie, timidezza; e dall’altro lato forse una delle migliori interpretazioni della carriera di Cassel: un fratello carico di livore e gelosia, certo, ma in lui c’è qualcosa di verso, come un’innata e intrascendibile consapevolezza. Lui sa che il fratello sarà sempre considerato migliore, lo sa e ne riconosce le motivazioni, chiede solo di essere trattato di conseguenza, stanco della formalità e dei sottintesi. Forse capisce anche che presto Louis li lascerà, ma nonostante nella sua mente sia tutto così chiaro, non riesce a trovare un modo efficace per esprimersi.

In conclusione, È solo la fine del mondo è l’ennesimo capolavoro di Dolan, oramai pronto al grande salto in lingua inglese. L’enfant prodige non è più così enfant ma più lui invecchia più il suo cinema si fa nuovo, e con quest’ultimo conferma definitivamente di essere il regista più importante dell’ ultima generazione.

Titolo originale: Juste le fin du monde
Nazione: Canada, Francia
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 96′
Regia: Xavier Dolan

Cast: Gaspar Ulliel, Vincent Cassel, Marion Cotillard

Data di uscita: Cannes 2016

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