Nanny di Nikyatu Jusu è un coinvolgente film che affronta temi sociali complessi attraverso una fusione di suspense, psicologia e simbolismo visivo.

Ambientato nella frenetica città di New York, il film racconta la storia di Aisha, una giovane donna di origini senegalesi, interpretata da Anna Diop, che accetta un lavoro come tata per una famiglia dell’upper class di Manhattan. L’obiettivo dei suoi sforzi è portare in America il figlio Lamine, temporaneamente rimasto in Africa. Tuttavia, quella che sembra un’opportunità vantaggiosa si trasforma presto in un incubo colmo di segreti e tensioni inizialmente impercettibili.

La regista utilizza l’ambientazione urbana per creare un’atmosfera di isolamento e smarrimento, dove ogni angolo della città sembra nascondere un nuovo pericolo. La fotografia cattura i principali caratteri della metropoli, dalle sue luci ai vicoli scuri, fornendo uno sfondo ricco e vario per le vicende della protagonista. La colonna sonora ha una funzione fondamentale nel film, consente infatti di percepire il sentimento di terrore e inquietudine di Aisha con note sinistre che sottolineano i momenti di tensione e suspense.

Una delle caratteristiche più intriganti sono le visioni della protagonista, che si manifestano in modo sempre più frequente e disturbante man mano che la trama si sviluppa. Queste visioni, spesso surreali e cariche di simbolismo, offrono uno sguardo nell’ interiorità del personaggio principale, oltre a fornire indizi cruciali sulle svolte narrative che si presenteranno in parti successive della storia. Questi momenti vengono sfruttati con molta abilità dalla regista, con l’obiettivo di lasciare lo spettatore con il fiato sospeso, che è dunque indotto a ricercare la verità dietro le apparenze simboliche.

L’acqua emerge come un importante motivo caratteristico del film, rappresentando non solo la purificazione, ma soprattutto il pericolo imminente. Le scene ambientate vicino all’acqua, spesso coincidenti alle visioni o ai sogni di Aisha, sono cariche di tensione e significato; simboleggiano inoltre il suo inconscio, che per tutta la durata del film prevede la svolta tragica finale. Questo uso dell’acqua come elemento narrativo aggiunge spessore al film, mentre i personaggi si trovano a lottare contro gli avvenimenti frenetici delle loro vite.

Al centro della scena c’è la protagonista, Anna Diop, nel ruolo di tata. La sua interpretazione intensa e interiormente approfondita del personaggio cattura perfettamente il senso di alienazione e disorientamento di Aisha, mentre si trova intrappolata in un insieme inganni e tradimenti. Il suo sguardo penetrante e la sua presenza lasciano immedesimare lo spettatore, mentre cerca di capire il destino di questa donna tormentata.

Nanny non propone solo aspetti tipici di un horror, ma soprattutto una significativa riflessione sulla razza e sul ricorrente riferimento all’American dream, mostrando le differenze tra le classi sociali e il potere ad esse attribuito. Con la sua trama intricata e i suoi personaggi, il film stesso invita ad approfondire gli aspetti sottintesi della società contemporanea, mettendo in discussione le nostre convinzioni e spingendoci a riflettere sulle ingiustizie che ci circondano.

Ciò che ha reso Nanny un film meritevole della vittoria al Sundance Film Festival 2022 non è solo la trattazione di temi importanti, ma l’utilizzo di espedienti che dimostrano criterio e sensibilità nel presentarli. Il film ci trasporta dunque in un viaggio provocatorio e carico di emozioni che rimarrà con lo spettatore molto tempo dopo la sua visione.