Una delle voci più belle della nostra musica italiana, una persona di rara umiltà. Stiamo parlando di Giorgia, in gara al Festival di Sanremo con la canzone “Parole dette male”. Una canzone sulla distanza, sulla perdita, sul significato più esteso dell’importanza del lasciare andare.
“Non è dedicata ad Alex Baroni (come in molti pensavano, ndr), non l’ho scritta io. Magari sono riuscita a dare qualcosa in più nell’interpretazione perché si tratta di un tema e di un’emozione che conosco e fa parte del mio vissuto – ha dichiarato l’artista in conferenza stampa – ma per me il significato è più generale e più universale”.
Un testo comunque impegnato, un po’ come altri interpretati dagli artisti in quota “boomer” (v. Grignani e la sua canzone dedicata al padre). Ma quando artisti del calibro di Giorgia partecipano al Festival (più volte come super ospite, per altro) è ragionevole pensare che in qualche modo ambiscano alla vittoria e andare all’Eurovision?
“Spero ci vada un giovane, sinceramente – ha ammesso stamattina – La mia partecipazione al Festival è scaturita da una chiacchierata con Amadeus. La canzone sarebbe dovuta uscire in gennaio”. E meno male. Così come il duetto con Elisa, che duetterà con lei nella serata delle cover, celebrazione di 30 anni di carriera e dell’amicizia.
“Io ho pensato subito a lei per il mio duetto. Ci piace cantare insieme, da sempre, ci diamo l’un l’altra, ci ispiriamo. Ci siamo dette che, dopo 22 anni, cantare Di Sole e d’Azzurro e Luce, deve essere un restituire quello che ci è stato dato, all’insegna della musica e dell’affetto”. E noi non vediamo l’ora.