È sempre emozionante vedere sul grande schermo luoghi conosciuti, amati, vissuti. Proprio perché quei luoghi ci stanno a cuore, si vorrebbe che i film che vi si svolgono fossero altrettanto magnifici, grandiosi e potenti. Purtroppo questo film non aggiunge all’emozione dei luoghi anche il piacere dello schermo.

Ambientata nella bellissima e selvaggia Valle Varaita, territorio di confine e di cultura orgogliosamente occitana, con lo sfondo delle Alpi e del Monviso, la pellicola trae spunto dall’omonimo romanzo del quarantasettenne torinese Davide Longo, che intreccia scorci di vita e di morte valligiana con una vicenda di passeur, contrabbandieri di persone.

Ma personaggi, dialoghi e vicende non convincono, anche se gli interpreti sono professionisti di tutto rispetto come Luigi Lo Cascio e Beppe Servillo. C’è come una inconsistenza, o forse una discrasia tra i temi, nonostante essi siano di grande attualità e drammaticità (i passeur, attraverso sentieri segreti di montagna, traghettano uomini, donne e bambini che affrontano immani sforzi e rischi pur di raggiungere la Francia), nonostante il frequente e apprezzatissimo utilizzo del dialetto piemontese, più accattivante dell’italiano, e anche della lingua occitana, che imprime un marchio di rude severità.

I personaggi però appaiono poco delineati, poco più che macchiette che parlano in modo rarefatto, inutilmente epico. Cesare, detto “il francese” (Lo Cascio) è un montanaro solitario e scontroso ma che si adatta benissimo a fare il gigione con la commissaria (Ursina Lardi), una specie di caricatura di Montalbano, ma al femminile. L’unico convincente è Sergio (Vincenzo Crea), un giovane sensibile e generoso che cerca la sua strada e la madre in un altrove lontano, fuggendo dalle montagne, da falsi amici e da un padre di una rozzezza improbabile oggi, ancorché tra quelle valli sperdute.

Un esordio non riuscito per il cinquantacinquenne cineasta toscano Nicola Bellucci, che ha una lunga carriera alle spalle ma che con questo film è al suo primo lungometraggio di finzione.