Remy (Lazare Gousseau) e Sandra (Lucie Debay) si amano, vorrebbero coronare il loro sogno d’amore con un figlio, ma non riescono a procreare. Un esperto che li segue e partecipa al Congresso mondiale dei ginecologi rivela loro che soffrono di una sindrome nuova di zecca: la “sindrome degli amori passati”. Per riuscire a procreare Remy e Sandra dovranno passare un ultima o una nuova, punti di vista, notte di sesso di nuovo con tutti i loro ex. Da qui inizia una folle ricerca della coppia di contattare i loro ex per realizzare il loro sogno d’amore. 

Presentato nella 62a Semaine de la Critique del 76° Festival di Cannes, Le Syndrome des Amours Passées vuole vendersi come una stravagante, comica storia d’amore. Ma le intenzioni sono una cosa. Il risultato, ahinoi, un’altra.

Per quanto siano bravi Lucie Debay e Lazare Gousseau sia nel sostenere il ritmo dei tanti dialoghi sia nel riempire lo spazio lasciato dai registi-sceneggiatori belgi all’improvvisazione, nell’insieme il film ha un qualcosa di affrettato, arido e … un po’ stupido.
Già come in Made in Life  Ann Sirot e Raphaël Balboni hanno creato una “zona onirica” in cui far crescere i loro personaggi normali. Ma questo “esperimento” sociologico/sessuale frenetico cui si sottopongono manca di empatia e alla fine stanca.