Trama classica per una fiaba moderna, dove l’eroe è un disgraziato, la fata buona è una malata di mente e i cattivi sono mafiosi.
Paride, detto Nero, e sua sorella Imma hanno vissuto nell’infanzia momenti di una certa agiatezza, ma ora, adulti fatti e rimasti senza genitori, si trovano dalla parte dei perdenti della società. Lui vive commettendo furtarelli, maldestri e poco redditizi; lei è nello stato mentale di una bimba, ama disegnare ma lo fa con una inquietante premonizione.

Tra i due c’è un legame saldissimo, tanto che Nero non si è fatto una famiglia per potersi dedicare alla sorella. Ma dietro allo stretto legame di amore fraterno si nasconde una remota, oscura e drammatica vicenda che ha portato i due a essere quello che oggi sono.
Durante una delle sue maldestre rapine, Nero per sbaglio uccide un uomo. Disperato, si china sul cadavere e poi scappa. Ma poco dopo apprende dalla TV che l’uomo in realtà è rimasto illeso. Ben presto questo miracolo viene attribuito a Nero, che però si accorge che tali prodigi hanno un prezzo che lui paga con il suo stesso corpo.

Un film bello: intenso, empatico, delicato, sensibile, ma anche capace della genuina ironia napoletana del bravissimo regista, come nella geniale trovata della Madonna dei detersivi.

Giovanni Esposito (Napoli, 1970) è qui alla sua prima, riuscita ed eficace prova di regia, saldamente coadiuvato dalla moglie Susy Del Giudice (una magnifica interpretazione di Imma) e con un cameo di Alessandro Haber.
Il film è stato presentato fuori concorso al 42° Torino Film Festival; 22- 30 novembre 2024.