Ferrara – Compie 500 anni il poema che ha portato alla ribalta internazionale la città di Ferrara ormai stabilmente divenuta un polo culturale in gara con Firenze e Roma nel presentare Mostre capaci di attrarre l’interesse internazionale dei cultori dell’arte. Prosegue così l’analisi dell’evoluzione del rapporto tra il poema ariosteo e l’atmosfera della Corte celebrata da Ludovico Ariosto e sollecitata tacitamente da Ercole I e Alfonso D’Este alla cui Corte Ariosto visse e lavorò.
Nella ricca Mostra quadri di Raffaello, di Giorgione, di Botticelli e di altri autori famosi, manoscritti, antichi incunaboli, prime edizioni dell’O. F. e dei poemi precedenti cui si era ispirato Ariosto, aneddoti sono scelti per collocare l’opera nell’atmosfera e nel giusto ambito culturale.
Dalla Corte lo sguardo si allarga all’intero Ducato, a lungo oasi di pace privilegiato in una Penisola perennemente dilaniata da lotte, aggressioni, invasioni simili a orde barbariche. Il Duca viveva in simbiosi con i suoi sudditi, allestendo sontuosi banchetti per un ampio pubblico privilegiato, per lo più accontentandosi di “panem et circenses”.
Non proprio amato il poema ariosteo da stuoli di studenti che stentano ad apprezzarne la grandezza e che, dopo lo sbarco dell’uomo sulla luna, trovano sia archeologia l’avventura del novello Ippogrifo, il cavallo alato e del suo cavaliere. Eppure rifletteranno che il libro più venduto di tutti i tempi, ad eccezione della Divina Commedia, è quello che ha come protagonista un maghetto e le torme di diabolici esseri alati contro cui combatte a cavallo di una scopa magica.
Le sale del Palazzo dei Diamanti di Ferrara continuano nel loro “working progress”. Il catalogo è ricco, ben articolato, attraente per le sue illustrazioni e i suoi commenti di critici noti che svelano gli aspetti meno evidenti dell’opera e consentono di ospitare duchi e duchesse giovani e belle e brillanti intellettuali della Ferrara estense: Ducato pacifico, raffinato, fiero e libero, che permise, secoli dopo, ai suoi discendenti di ribellarsi dalle violenze e atrocità dei novelli Nibelungi.
Ha collaborato Giacomo Botteri
ORLANDO FURIOSO 500 ANNI. COSA VEDEVA ARIOSTO QUANDO CHIUDEVA GLI OCCHI
Dal 24 settembre all’8 gennaio 2017
Palazzo dei Diamanti, Ferrara
Tutti i giorni 9.00 – 19.00