Gli affezionati della Settimana Internazionale della Critica, sezione collaterale della Mostra alla sua 33ma edizione, si ricorderanno il corto Piccole Italiane, corto tra il comico e il drammatico con protagonista una giovanissima antifascista in pieno ventennio presentato nella scorsa edizione. E non può fare altro che bene alla reputazione della rassegna sapere che l’anno dopo quel fortunato corto la sua regista e autrice, l’appena trentenne Letizia Lamartire, presenta nella stessa sezione il suo primo lungometraggio, il quasi-musical Saremo giovani e bellissimi.
Protagonista della pellicola è la quarantatreenne Isabella (una Barbora Bobulova in versione Charlize Theron in Young Adult), ex cantante pop con un solo singolo di enorme successo alle spalle nei lontani anni novanta che si guadagna la vita cantando nel pub di un amico e arrotondando come insegnante di piano per bambini. Nel pub si esibisce in compagnia del figlio Bruno, ventenne introverso e con la testa sulle spalle che fa di fatto da genitore alla madre sconclusionata. Quando Isabella capirà che quel nucleo familiare a dir poco atipico comincia a stare stretto a Bruno, tra i due nasceranno una serie di tensioni che coinvolgeranno anche il nuovo compagno di lei, Umberto (Massimiliano Gallo) e la ragazza di lui, la giovane cantante rock Arianna.
Nel bene e nel male, chi si aspettava di rivedere l’originalità, anche se nella sua semplicità, di Piccole Donne resterà un po’ deluso. Non che nel film non manchino dei bei momenti e non che non sia tutto sommato ben gestito, ma una trama al limite del cliché e dei dialoghi non brillanti, rendono il film tutto tranne che memorabile, nella più neutra delle accezioni. E se all’inizio della recensione abbiamo definito Saremo giovani e bellissimi un “quasi-musical” é perché Lamartire decide di non integrare musiche e dialoghi ma di incastonare i brani originali che fanno da colonna sonora al film nella trama, a volte in modo originale e fluido e a volte meno. Non che delle classiche scene da musical avrebbero per forza reso il film migliore, ma sarebbe stato un valore aggiunto a un prodotto che manca di mordente.
Per dare a Cesare quel che è di Cesare, le poche scene musicali sono riprese e fotografate nel migliore dei modi, una su tutte la scena d’apertura in cui si passa dal videoclip degli anni novanta dell’unico singolo di Isabella all’Isabella dei giorni nostri, in piedi sul palco del suo piccolo pub. Saremo giovani e bellissimi ha anche i suoi lati positivi, dalla scorrevolezza alle gag simpatiche e intelligenti sparse qua e là (affidate principalmente al personaggio di Umberto, un sagace napoletano che si trova intrappolato nella morbosa relazione tra la sua nuova compagna e il figlio adolescente di lei). E anche se visto e rivisto il personaggio della quarantenne che vive e pensa come una quattordicenne, forse proprio perché visto e rivisto, sembra anche funzionare, principalmente per l’interpretazione della Bobulova.