In questi ultimi cinque anni, tra talent show e programmi televisivi, abbiamo assistito all’esplosione della moda dell’alta cucina, una mania che in modo diverso ha influenzato diversi media, con chef stellati che diventano vere e proprie star al pari di attori e cantanti.
Ma tutto questo mangiare non mette un po’ sete? Non è forse il caso di accompagnare tutto questo cibo con un buon vino? A rispondere a questa domanda è Charlie Arturaola, sommelier pluripremiato e interprete del film The Duel of Wine, presentato lo scarso anno al Montréal World Film Festival e giunto nelle sale italiane in questi giorni.
A promuoverlo con un tour tra le sale cinematografiche di diverse città italiane è lo stesso Arturaola, che lunedì 10 Ottobre ha accolto gli spettatori del film nel multisala IMG di Mestre con una degustazione di vini veneti, dai più famosi come il Soave e il Valpolicella delle migliori case vinicole del territorio, ai vini dei consorzi DOCG meno noti, ma non per questo meno pregiati.
Il film, per la regia di Nicolas Carreras, è una commedia dolce-amara in cui Arturaola interpreta una versione tragicomica di se stesso: il protagonista del film è un sommelier a fine carriera, dopo che una sua cattiva prestazione durante una gara di degustazioni ha portato la stampa specializzata ad affibbiargli il nome di “sommelier senza palato”.
Quando la moglie e manager Pandora decide di lasciarlo per occuparsi della carriera del giovane sommelier italiano Luca Gardini, partecipante della prestigiosa competizione “The Duel of Wine”, Arturaola decide prima di far partecipare l’amico Lino Pujia, suggerendogli il commento dei vini tramite un auricolare, per poi partecipare in prima persona alla competizione sotto mentite spoglie, col nome de “Il conte mascherato”.
Interpreti del film sono esclusivamente sommelier, chef noti al grande pubblico (uno su tutti Gianfranco Vissani) e altri esponenti del mondo enogastronomico, tutti nel ruolo di se stessi. Sebbene il comparto tecnico, in primis regia e fotografia, lasci abbastanza a desiderare, il film risulta un interessante e simpatico spaccato di un mondo che solo gli addetti ai lavori conoscono davvero: tra competizioni, degustazioni e fiere di produttori vinicoli, The Duel of Wine racconta il mondo dell’industria vinicola attraverso una storia che parla non solo di buon vino e buon cibo, ma anche di rivali in amore, gelosia, vittoria e sconfitta.
Interessante poi il modo in cui nel film ci si riferisce al vino: in una scena sola il protagonista usa il vino per ubriacarsi e sfogare le sue frustrazioni, per poi riprendersi e tornare ad occuparsi della sua grande passione come prima, accompagnando ogni momento della sua storia con un vino diverso, quasi a commento delle vicende narrate.
Parola di Charlie Arturaola
Charlie Arturaola “cinematografico” non è l’unico ad attribuire un ruolo importante al vino: durante la degustazione, rigorosamente con un calice di Soave in mano, il noto sommelier ha risposto ad alcune domande sul suo rapporto col vino.
In questi anni abbiamo visto scoppiare la moda dell’alta cucina, con master chef che diventano famosi come rock star. Si augura che possa succedere qualcosa di simile anche per la cultura del vino? E se sì, pensa che potrebbe essere un modo per educare i giovani al “bere bene” e allontanarli dalla moda di bere tanto per bere?
Assolutamente sì. Mi fa piacere che in televisione ci siano tutti questi master chef, ma mi piacerebbe vedere più sommelier. Quando pensiamo all’alcol pensiamo ai giovani che escono per bere birra e superalcolici, ed è una cosa che ci fa paura: con questo film voglio dimostrare che non dobbiamo avere paura di un calice di vino, ma che dobbiamo cominciare a conoscerlo meglio.
Questo è il suo secondo film, dopo El Camino del Vino. Ha altri progetti per il grande schermo?
Un po’ di progetti ci sono. Oltre a un programma che conduco per la TV canadese, Il nostro produttore Lino Pujia sta pensando a un nuovo progetto cinematografico, una produzione sino-europea, ma prima dobbiamo vedere come va The Duel of Wine, che è appena uscito. E comunque di queste cose devi chiedere a lui, io mi occupo del vino!
A proposito di vino, ho notato che nella degustazione ha proposto quasi esclusivamente vini veneti. Qual è il suo rapporto con questa regione?
Sono molto legato al Veneto. La mia prima esperienza con i vini veneti l’ho avuta da giovanissimo, quando facevo il sommelier sulle navi. Poi tre anni fa sono diventato wine comunicator per Vinitaly, e da allora la mia carriera è cambiata del tutto. Questa esperienza mi ha fatto scoprire e mi aiuta a far conoscere nel mondo non solo i soliti Soave, Valpolicella e Amarone, ma tutti gli altri 23 vini DOCG di questo bellissimo territorio.