Twin Peaks raggiunge la doppia cifra con questo episodio, il più breve della serie (nemmeno 50’) e, sulla linea dell’episodio precedente, riprende alcune vecchie linee narrative portando alla luce alcune novità.
Il punto della situazione
A Twin Peaks, Richard Horne è costretto a uccidere la testimone che lo ha visto investire il bambino e poi a fuggire aspettando che si calmino le acque, con l’aiuto del colluso vice-sceriffo Chad. A Las Vegas, invece, Duncan Todd, dopo l’arresto di Ike, decide di mettere i fratelli Mitchum contro Cooper per portarne a termine l’omicidio commissionato da BOB, il doppiogioco del quale con Diane viene scoperto dagli altri tre membri del quartetto.
La serie
Episodio lineare dunque, quasi un recap (come in parte furono quinta e sesta puntata), che porta avanti la narrazione senza intoppi ma nemmeno senza risparmiarsi le perle. Andando con ordine, Richard uccide Miriam nella sua roulotte senza che la mdp di Lynch osi riprendere l’atto, regalandoci solo una breve inquadratura del risultato; la mdp rimarrà immobile pure quando questi minaccerà sua nonna per svuotare la cassaforte della casa al fine di ottenere i soldi per la fuga. In un piano-sequenza quasi a camera fissa (la mdp ballonzola un po’ a destra e un po’ a sinistra quando necessario), vediamo la nonna Sylvia terrorizzata dinanzi alla violenza folle del nipote, che minaccia anche di violentarla, pur di avere subito i soldi che sono in cassaforte. Scena impressionante per come rende fulgida la violenza del ragazzo, accompagnata dai rantoli del figlio Johnny, legato a una sedia per evitare che cercasse di nuovo di uccidersi a forza di testate contro il muro, e incapace di fare alcunché dinanzi a Richard. Costretto a terra nello sforzo spasmodico di svincolarsi dai nodi, piange senza riuscire a distogliere lo sguardo, trasmettendo un’autentica impotenza; questo rende il tutto ancora più tragico, assieme al ripetuto all’infinito “How are you today, Johnny?” del robottino che doveva intrattenerlo nella sua immobilità. Tutti questi fattori assieme rendono la scena dell’aggressione memorabile, per il lucido delirio che mette in scena.
Niente affatto lucido, d’altro canto, è il delirio dei fratelli Mitchum. Vessati in diversi modi dalla coniglietta Candie (da incidenti che rimandano alle comiche anni ’30, a sceneggiate tragiche per un nonnulla, a forzate perdite di tempo), solo con molta difficoltà riescono infine a capire quel che Todd voleva dire loro (tramite un intermediario piuttosto confuso). Anche con un po’ di fortuna, perché i Mitchum già conoscevano Cooper/Dougie, i fratelli recepiscono il messaggio e si promettono vicendevolmente di vendicarsi su quest’ultimo. Le sequenze che riguardano i due sono appunto comiche nel senso letterale del termine. In sostanza, Lynch si diverte a giocare con i contrasti in questa puntata, e se la violenza privata di Richard ha avuto così tanta risonanza emotiva pur trattandosi di un evento marginale nell’economia generale della serie, quella dei Mitchum, quasi dei gangster, che parlano di ritirare una taglia sulla testa di Ike (ora inutile dato che è stato arrestato) con nonchalance, è resa patetica e facilmente frustrata dai capricci della prima coniglietta che capita, certamente non intimorita, anzi; tant’è che il duo ha più difficoltà a gestire lei rispetto a un omicidio.
Altrettanto comica è la nuova vita di Cooper, che in-Dougie si ritrova anche in una sorta di piccolo idillio, la moglie Janey-E non riesce a capirlo ma lo ama di nuovo (la scena di riconciliazione sessuale trai due è spassosa) e la sua vita per adesso continua senza problemi, al punto che quello che Lynch e Frost vogliono fare con il suo personaggio è un mistero – se gestito bene, potrebbero farlo rimanere così fino alla fine senza complicazioni. Complicazioni che però devono arrivare da un altro fronte, oltre a quello lasveghiano, ovverosia dalla squadra di Gordon, che ha rinvenuto nel corpo di Briggs la fede nuziale del fu Dougie.
Intanto Gordon non solo ha un’allucinazione di Laura Palmer, che ci indica, in congiunzione con il secondo monologo della Signora Ceppo, che in un modo o nell’altro sarà ancora rilevante, ma il caposquadra viene reso edotto prima da Albert del doppiogiochismo, sospettato ma ora confermato, di Diane, e poi da Tammy che BOB probabilmente può usare un sistema di “trasporto metafisico” del quale la Gabbia è sola un parte: egli infatti compare al suo interno e abbiamo visto nella settima puntata che c’è un sistema azionato dalla donna che lui chiama che sortisce simili effetti.
In conclusione, la puntata non è certo una delle più geniali o memorabili delle prima decina sinora andata in onda, però tiene certamente il ritmo grazie a qualche piccola invenzione geniale, alla durata più contenuta e ai non-detti che lascia sempre sospesi alla portata dello spettatore, senza tralasciare la genuina comicità, ricordandoci ancora una volta che stiamo guardando una serie in grado di trasformare un episodio di passaggio (perché in fondo di questo si tratta) in una perla, ovvero in tre quarti d’ora che, pur presi a parte, hanno lo stesso qualcosa da dire.