Negli ultimi 50 anni la popolazione è raddoppiata; la quantità di cibo e acqua non è più sufficiente per tutti, lo stesso vale per il carburante. Si calcola che ogni 4 giorni ci siano sul pianeta un milione di persone in più. Oramai quasi tutti sono convinti che il cambiamento climatico sia influenzato dalle azioni umane. In questo scenario di siccità e scioglimento dei ghiacciai, l’agricoltura è messa in ginocchio. Troppe persone, troppo poco cibo.

 

Nel tentativo di combattere questa situazione, in Europa si è affidato il futuro alla scienza che ha provveduto con le coltivazioni geneticamente modificate.
Dal Vecchio Continente al mondo, gli scaffali dei supermercati si sono riempiti di nuovo.
Ma manipolare la natura ha portato serie conseguenze.
In tutto il mondo avvengono parti plurigemellari e spesso i bambini nascono con difetti genetici. Una scienziata, Nicolette Cayman (Glenn Close), è la promotrice della politica europea di un solo figlio per famiglia, per preservare la specie. Proposta che riscuote subito successo; in ogni città sorgono check point, ogni cittadino deve indossare un braccialetto di identificazione. I bambini concepiti illegalmente saranno crioconservati in attesa di un futuro migliore.

7 gemelle, orfane di madre, vengono cresciute dal nonno (Willem Dafoe), che farà di tutto per proteggerle e non farsele portare via. Educate nell’osservanza di rigidissime regole, Monday, Tuesday, Wednesday, Thursday, Friday, Saturday e Sunday (impersonate da Noomi Rapace) trent’anni dopo si attengono ai propri compiti. Tra le quattro mura domestiche sono libere di esprimere sé stesse, ma, nel mondo esterno, possono uscire solo un giorno a settimana per una, indossando i panni di Karen Settman.
Tutto sembra procedere come ogni settimana, finché qualcosa va storto e vengono scoperte. Inizia così la loro lotta per la sopravvivenza.
Tommy Wirkola ci conduce in un inquietante e spietato futuro distopico. Il film, sceneggiato da Max Botkin e Kerry Williamson, è costruito su premesse molto solide. Lo scenario in cui gli attori si muovono è un sistema dittatoriale reso credibile da una spaventosamente perfida Glenn Close.

Noomi Rapace è talmente brava che si perdona qualche scivolata nel ridicolo in lacune scene d’azione, più che altro c’è una sovrabbondanza di scontri sanguinosi.
Il film si sviluppa su 7 giorni, a partire da domenica e prende quota quando Monday non fa ritorno a casa. Attraverso brevi flashback della loro infanzia, il pubblico fa conoscenza di ben 7 caratteri e della loro vita difficile da definire già solo per loro stesse.
E’ un buon thriller di fantascienza, prodotto da Netflix, che affronta chiassosamente temi seri come il futuro del pianeta.