“Venuto al Mondo” di Sergio Castellitto

Esplosione emotiva

La quarta prova da regista di Sergio Castellitto trova tutta la propria forza strutturale in quello che è stato considerato dalle critiche come il miglior romanzo di sua moglie, Margaret Mazzantini. Per Venuto al mondo Castellitto ricrea, insieme con lei e Penelope Cruz, il trio che ha composto l’ossatura di Non ti muovere.

L’attrice spagnola si destreggia ancora una volta in un ruolo difficile, quello di Gemma, donna e madre travagliata da un passato drammatico e da un mistero presente, che torna a Sarajevo con il figlio (Pietro Castellitto) per presenziare la mostra fotografica del padre scomparso del ragazzo (Emile Hirsch) sull’assedio della città durante la guerra dei Balcani. Qui inizia un viaggio nella memoria nel quale s’intrecciano verità e menzogne, personaggi passati e presenti (il poeta Gojko e Aska, ben interpretati da Adnan Haskovic e Saadet Aksoy, e la sorellina di Gojko Sebina), vicende nascoste che premono per essere rivelate e dare un senso al presente.

Quella che disegna Margaret Mazzantini è una storia di amore e amicizia, maternità e violenza, passioni e sofferenze, peccati e redenzioni che vibrano sulla pelle in modo fisico, un’esplosione emotiva che sotto la forma del romanzo riesce perfettamente grazie alla libertà soggettiva dell’immaginazione lasciata inevitabilmente al lettore da buon testo narrativo. Ma nel momento in cui l’emozione deve farsi immagine, concretizzandosi nello spazio oggettivo di un film, rischia di crollare e di non arrivare a convincere fino in fondo lo spettatore. È esattamente ciò che sembra avvenire in quest’opera di Castellitto, dove la grande quantità dei temi toccati, che in un romanzo riesce ad arricchire la narrazione grazie all’abilità dello scrittore nello stimolare l’immaginazione del lettore, si dimostra controproducente alla riuscita del film: questo vive lontano da qualsiasi digressione narrativa, in un formato della messa in scena che lo costringe a sviluppare una tematica ben precisa per riportare allo spettatore un senso determinato, il più delle volte ignorato dalla libertà immaginativa che lascia invece il romanzo.

In Venuto al mondo l’immagine filmica non sembra riuscire a sostituirsi alla parola narrativa e spesso ricorre ad essa per rinforzarsi, ma, nonostante la prova complessivamente convincente degli attori, si ha la conferma ancora una volta che l’immaginazione del lettore riesce sempre a trasformare anche la frase più retorica (sia essa romantica o drammatica) in qualcosa di spessore che tende al contrario a svuotarsi completamente se immersa in un contesto di immagini già determinato come avviene in un film. La forza della messa in scena in sostanza cede al dialogo facendo così perdere al film quel valore aggiunto che esso possiede rispetto al romanzo: l’immagine.
E anche nel momento in cui l’emotività del racconto e dei personaggi deve esplodere in tutta la sua forza, sembra che qualcosa sfugga al controllo della regia e all’interno di quei dialoghi perda la forza spontanea della passione plastificandosi in un’emozione comandata e didascalica.

Castellitto tenta di cucire l’intreccio dei temi e dei piani temporali attraverso la colonna sonora, un mix complesso di brani classici e pop, ma la varietà di generi riesce nell’intento opposto: piuttosto che creare un contrappunto tra una scena e l’altra, tra un tempo e l’altro, ne allarga le distanze rendendo ancora più arduo lo sforzo dello spettatore nel cogliere una sfuggente armonia.
Non si tratta, come spesso avviene nelle trasposizioni filmiche di romanzi, di un tradimento dell’opera narrativa. La presenza di Margaret Mazzantini nella sceneggiatura e la sua inevitabile influenza sulla regia hanno un’importanza fondamentale, ma probabilmente è proprio questa presenza a rendersi troppo invadente e ad impedire al film di svilupparsi nella struttura cinematografica della messa in scena piuttosto che in quella narrativa del romanzo. Cinema e narrativa si possono influenzare a vicenda, ma nel momento in cui l’uno invade lo spazio espressivo dell’altro il risultato è qualcosa di poco convincente, come questo film.

Titolo originale: Venuto al mondo
Nazione: Italia, Spagna, Croazia
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Durata: 127′
Regia: Sergio Castellitto
Cast: Penelope Cruz, Emile Hirsch, Mira Furlan, Jane Birkin, Sergio Castellitto, Isabelle Adriani, Adnan Haskovic, Pietro Castellitto
Produzione: Medusa Film, Picomedia, Alien Produzioni, Telecinco Cinema, Mod Producciones, Ziva Produkcija, Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC)
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 08 Novembre 2012 (cinema)