Concorso
Dall’autore di “8 donne e un mistero” e “Sotto la sabbia”, un film sul potere dell’arte e dell’immaginazione.
Sono i primi fotogrammi che scorrono davanti al fascio di luce del proiettore ad indicarci la novità di un inusuale ritorno al passato. Lo stile non è quello della nostra epoca (se quest’ultimo troverà un giorno una definizione), neanche di uno di quei film in costume ambientati nell’Ottocento e non per questo meno attuali. E non si tratta neanche di un film alla Ozon, se così si può definire il percorso di uno dei cineasti più discussi degli ultimi anni.
Studente alla Femis e diplomato alla Sorbonne con una tesi su Pialat, Ozon è lo stesso regista di Sous le sable, Swimming Pool,8 donne e un mistero, 5X2 e, per ultimo, Le temps qui reste, film che hanno fatto parlare di sé e che già dimostrano una volontà di valicare i propri limiti in opposte direzioni.
Se in 8 donne e un mistero erano i torbidi intrighi stile anni Cinquanta ad attirare l’attenzione del regista francese e in Swimming Pool lo erano le avventure di un’avvenente scrittrice di polizieschi, in Angel il centro focale dell’intera sceneggiatura è un singolo personaggio, con i suoi modi di fare, di pensare rispetto al piccolo mondo che le gira intorno.
“Mi sono innamorato del personaggio di Angel perché mi divertiva, mi affascinava e alla fine mi toccava profondamente”. Angel Deverell è una giovane scrittrice prodigio che conosce, nel 1905, un successo folgorante riuscendo, così, a realizzare i suoi sogni da bambina. Ma la sua fonte di arricchimento, di ascesa sociale e della scoperta di un uomo da amare, sono romanzetti rosa estremamente popolari che la rendono una diva agli occhi dei più, ma immeritevole di stima da parte della cerchia alla quale vorrebbe appartenere.
La sfida di Ozon è, quindi, quella di rendere amabile un personaggio sgradevole, materialista e senza scrupoli, rendendo possibile una seppur minima forma di identificazione da parte dello spettatore. A questo proposito l’esempio della Rossella O’Hara di Via col vento non può che farsi palese, così come quel commento che tutti facevano di lei: “la ami e la odi allo stesso tempo”.
Il suo trattamento del personaggio è, per questo, smussato e addolcito rispetto al ritratto che ne veniva fatto da Elisabeth Taylor, l’autrice del romanzo a cui Ozon si è ispirato. La Taylor riusciva a mantenere una distanza ironica dal suo personaggio attraverso una tecnica di straniamento che Ozon ha voluto evitare. È vero, Angel è criticabile sotto molto puntidi vista: è una manipolatrice che ricerca senza scendere a compromessi la via del successo, sebbene questo rimanga superficiale.
È lodevole, però, la sua forza di volontà e una passione che ne fanno uno dei personaggi più romantici visti sullo schermo negli ultimi anni. “Quello che mi interessava era mostrare la forza creatrice di qualcuno capace di inventare un mondo immaginario e di provare un vero piacere nel farlo”.
Ci si chiede, vedendo il film sin dalle sue prime inquadrature, con quelle ambientazioni alla Piccole donne e quei titoli di testa da film Tv pomeridiano di Canale 5, quale sia il senso di questo film. Ozon filma in pieno stile da melodramma anni Trenta e Quaranta, con tanto di riciclaggio di quelle ridicole sovrapposizioni dei personaggi su sfondi scorrevoli dalle più esotiche ambientazioni e scenografie e costumi più che mai barocchi.
La chiave è, probabilmente, nel tema dell’arte. Tra i romanzi rosa di Angel e le scure pitture del suo amato Esmé sembra esserci una differenza abissale. La prima è un’arte che vive il successo “nel momento” e che fa di Angel un eroina ancora in vita; quello di Esmé sarebbe stata, forse, un’arte dal successo riconosciuto a posteriori, come quello di quei tanti artisti glorificati dopo una fine tragica. Entrambi vivono, però, una sincera passione per l’espressione di se stessi, sebbene questa sia vissuta in forme differenti.
Sotto questa chiave di lettura il film recupera, quindi, parte dell’interesse che il tuffo nel passato stilistico sembra voler far perdere. Nel confondersi tra la vita vissuta e la vita sognata, piuttosto che nel voler assolutamente rispettare i codici di un genere, Angel mostra le sue vere potenzialità.
E… chissà che questo basti per farci chiudere un occhio sulla battuta “c’è qualcosa dell’Italia che tira fuori ciò che di più volgare c’è in noi”!
Titolo originale: Angel
Nazione: Gran Bretagna, Francia, Belgio
Anno: 2007
Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 118′
Regia: François Ozon
Sito ufficiale: http://www.angel-lefilm.com/
Cast: Romola Garai, Sam Neill, Lucy Russell, Michael Fassbender, Charlotte Rampling, Jacqueline Tong, Janine Duvitski, Christopher Benjamin, Jemma Powell
Produzione: Fidélité Productions
Distribuzione: Teodora Film
Data di uscita: Berlino 2007
05 Ottobre 2007 (cinema)