Domino, figlia di una famosa modella e dell’attore Lawrence Harvey, ha tutto quello che una giovane ragazza della sua età sognerebbe di avere: una bella casa a Beverly Hills, una montagna di soldi, amici famosi e conoscenze che potrebbero far comodo a chiunque, ma qualcosa nella sua vita non funziona. Per questo decide di lasciare tutto, di cambiare vita e di rimettersi in gioco.
Domino (Keira Knightley) tenta, forse per seguire le orme materne, un incursione nel mondo surreale della moda, ma anche questo ambiente, per una ragazza come lei, non può che esserle stretto e soffocante. La sua indole mascolina, rissosa e perennemente in lotta trova la sua valvola di sfogo in un mestiere decisamente poco comune ma che sembra essere sicuramente il più adatto, la cacciatrice di taglie.
Quasi per caso si imbatte in due “professionisti” del campo, Ed Mosbey (Mickey Rourke) e nel messicano Choco (il semi-esordiente Edgar Ramirez). Così formata la nuova squadra inizia le proprie scorribande fatte di sparatorie, di scontri e di inseguimenti, il tutto per guadagnare il 10 per cento dell’importo della cauzione dal garante. Ma per lei i soldi non sono importanti, non lo sono mai stati.
Domino ama le sfide, il pericolo, l’estremo. Tutto questo però è strettamente legato ad un ambiente disonesto, sporco, dove non c’è spazio per nessun tipo di sentimento. Ed è normale che in un mondo del genere, in cui si sfondano troppe porte scomode, prima o poi, ci sia la possibilità di esserne travolti, e di incontrare persone che usano armi più forti e più pesanti rispetto alle proprie.
Ma la storia della Harvey, nonostante fossero presenti nella sua vita elementi di grande effetto e di grande coinvolgimento, almeno sul grande schermo non riesce a convincere fino in fondo. Nonostante il regista Tony Scott, che torna alla regia dopo Man on Fire del 2004, sia rimasto affascinato da questa giovane ribelle e per qualche tempo sia stato anche a stretto contatto con la vera Harvey, nella pellicola mancano quella sensazione “di limite” e di estremo che hanno caratterizzato il suo lavoro.
Troppo invadente la voce fuori campo che permane quasi per tutto il film, quasi a giustificare e a spiegare fin troppo nei dettagli le azioni di questi “bounty hunters”, rappresentati, a volte, come dei modelli comportamentali, come una nuova tipologia professionale da seguire, perché no, attraverso un reality. Nessun accenno invece all’aspetto più duro e più criminale del suo lavoro, la tossicodipendenza e il contatto con la droga che tra “i cacciatori” non viene assolutamente bollata ma invece considerata come parte della ricompensa.
A tutto questo si aggiunge la poca credibilità della Knigtely nel ruolo di protagonista, troppo esile e poco mascolina per impugnare tutte quelle armi, per fumare tutte quelle sigarette e per confrontarsi ad armi pari con delinquenti e malavitosi e, soprattutto, così diversa dalla vera Domino Harvey che compare in un piccolo cameo.
Non basta mettere in scena sparatorie e corse in macchina per rappresentare la complessità e le difficoltà che dominano il mondo dei cacciatori di taglie, uomini, o donne, che scelgono di fare questa vita a volte più per necessità che per vera volontà e che cercano disperatamente di trovare, a qualsiasi costo, un valore alla propria condizione.
Titolo originale: Domino
Nazione: U.S.A.
Anno: 2005
Genere: Azione
Durata: 125′
Regia: Tony Scott
Cast: Keira Knightley, Mickey Rourke, Lucy Liu, Mena Suvari, Christopher Walken, Jacqueline Bisset, Edgar Ramirez
Produzione: Samuel Hadida, Ridley Scott, Tony Scott
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 18 Agosto 2006 (cinema)