“DUE PARTITE” DI ENZO MONTELEONE

"Non se ne esce"

Enzo Monteleone, regista di “opere al maschile” come “El Alamein – La linea di fuoco” e “Il capo dei capi” (miniserie tv), dirige un’opera totalmente al femminile, forse per questo più facilmente recepibile, apprezzabile, identificabile per un pubblico di donne. Perché una coscienza femminile riesce a cogliere le sfumature profonde e immedesimarsi, chi più chi meno, in quest’opera scritta dalla penna sensibile, ricercatrice e indagatrice di Cristina Comencini.

Due partite è un libro, edito da Feltrinelli, è stata un pièce teatrale, diretta dall’autrice stessa e, in occasione della Festa della Donna, arriva sui grandi schermi, con la regia di Monteleone; la Comencini ha detto di averci lavorato troppo, di non avere il distacco necessario, di esserci troppo dentro per affrontare una prova cinematografica.

Due partite, due epoche: 1966-1996. Tra le madri anni Sessanta e le figlie dei nostri tempi i mutamenti sono evidenti, ma i problemi di fondo sono sempre quelli; non a caso: “non se ne esce” è una frase che ricorre spesso nel testo della Comencini. Le protagoniste sono solo donne, che parlano degli uomini, in quanto mariti, in modo talmente ben definito che è come se fossero presenti in carne e ossa.
Sara (Carolina Crescentini), Cecilia (Valeria Melillo), Rossana (Claudia Pandolfi) e Giulia (Alba Rohrwacher) si ritrovano ad affrontare chi sono diventate, a confrontarsi con le proprie madri; loro sono figlie, rispettivamente di Gabriella (Margherita Buy), Claudia (Marina Massironi), Sofia (Paola Cortellesi) e Beatrice (Isabella Ferrari). Sono cresciute insieme, le loro madri sono sempre state amiche; si ritrovavano ogni giovedì a giocare a carte. Quel giorno era, per le madri, sacro, era solo per loro. Donne appartenenti a una classe sociale medio-alta della borghesia, mogli, madri e casalinghe, nessuna lavorava, dedite alla loro famiglia. Ma attorno al tavolo da gioco provavano un brivido di realizzazione, riuscendo a confessarsi liberamente, ad esprimere il loro malessere, la loro frustrazione, sentimenti taciuti per preservare l’unità della famiglia, le convezioni sociali.

Tuttavia la loro speranza, la loro allegria, la loro leggerezza perversava sempre. A evidenziarlo è anche la fotografia, che nella prima parte del film, dedicata alle madri, è un trionfo di colori, come nei film anni Sessanta, colori pastello dai toni pop.
Trent’anni dopo le tonalità che imperversano sono il bianco e il nero, non siamo più, come nella prima parte, a inizio estate, ma in autunno inoltrato. I loro sentimenti, di figlie, sono più dolorosi, il rapporto con le loro madri le ha influenzate inevitabilmente nelle scelte di vita. Sono meno intimidite dalle convenzioni sociali, lavorano, sono realizzate, ma intimamente le loro paure restano irrisolte, i loro desideri e le loro ansie, soprattutto riguardo la maternità, sono gli stessi che in modo diverso provavano le loro madri. Non se ne esce!
Monteleone ha reclutato nel cast le attrici che già sul palcoscenico avevano dato volto e voce al testo della Comencini: Isabella Ferrari, Marina Massironi, Margherita Buy, Valeria Melillo.
Il regista ha fatto un cambio di ruolo, dove nell’opera teatrale le quattro donne impersonavano anche le rispettive figlie, trent’anni dopo, per la trasposizione cinematografica, Paola Cortellesi ha preso il posto di “madre” che era della Melillo.

L’interpretazione di queste meravigliose attrici dona al film una verve concreta, spiritosa e profonda. La dolcezza malinconica di Beatrice (Ferrari), l’ostentata sicurezza di Claudia (Massironi), la determinazione ribelle di Sofia (Cortellesi), la frustrazione sopita di Gabriella (Buy) sono rese magistralmente e intensamente, come anche la fragilità di Giulia (Rohrwacher), l’egoismo di Sara (Crescentini), l’ansia nevrotica di Cecilia (Melillo), il nervosismo e disagio di Rossana (Pandolfi) sono lo specchio dei tempi che narrano.
Monteleone ha rivelato che “il testo all’80% è rimasto quello teatrale, passando dal teatro al cinema abbiamo dovuto rendere i dialoghi e le battute più quotidiane e familiari. Il mio compito è stato pertanto quello di snellire i passaggi e di muovere la scena.”
Il risultato è una pellicola più che gradevole, armoniosa, sincera e fluida.
C’è un catena, un cordone ombelicale che non si spezza; motivo per cui Due Partite è più comprensibile da una sensibilità femminile, perchè una donna sa cosa vuol essere madre e figlia, ne apprende il legame di amore e rabbia, necessità ed egoismo.
Non se ne esce!


In teatro:

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Titolo originale: Due partite
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 94’
Regia: Enzo Monteleone
Cast: Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Valeria Melillo, Gabriella Pession, Claudia Pandolfi, Alba Rohrwacher
Produzione: Cattleya, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 06 Marzo 2009 (cinema)