Orizzonti
Sulla riva di un fiume nella Cina degli anni ’80, tra repressione e apertura all’occidente, vive Xiao Yun una sensibile sedicenne che rimane incinta di un suo compagno di scuola. Il fatto crea uno scandalo: i due vengono espulsi dall’ istituto e mentre il ragazzo lascia la cittadina, la ragazza è costretta ad abortire. Gli anni passano anche per Xiao Yun, additata nel paese come una donna di facili costumi; finchè incontra un ragazzino che sembra capirla.
Hongyan significa letteralmente dal cinese “viso truccato” ed è proprio sulla “faccia nascosta”, sui sentimenti impliciti, sulle segrete corrispondenze che la giovane regista Li Yu basa il suo film.
Xiao Yun si esibisce in un piccolo locale dove tenta di cantare canzoni tradizionali cinesi, ma il pubblico bigotto e maleducato urla a gran voce di cantare canzoni pop: dietro il viso truccato della cantante c’è una sensibilità repressa che nessuno riesce a capire. La cittadina del film è plasmata da un’ottima fotografia, da una luce che fonde insieme il caldo e freddo e da una regia sobria che ci fa avvicinare poco a poco alla delicata amicizia fra Xiao Yun e il ragazzino che viene dalla sponda opposta del fiume. Fra i due vi è un’intesa speciale, come se l’uno fosse l’unico a capire l’altro.
La protagonista risulta essere imperscrutabile nella sua bellezza, eppure carica come tutto il film di un dolore sommesso che trova sfogo solo alla fine nel pianto della madre.
La regista narra in modo classico la storia di una donna di oggi schiacciata dal peso di una società opprimente e statica; un racconto col pregio di aprirsi anche al sociale, concentrandosi però sul singolo e trattandolo con grande poesia, senso dell’ umano e che riesce bene anche in un finale che racconta di un’addio senza scendere nel melodrammatico.
Titolo originale: Hongyan – Au fil de l’eau
Nazione: Cina, Francia
Anno: 2005
Genere: Drammatico
Durata: 93′
Regia: Liu Yi
Cast: Li Kechun, Wang Xingrao, Liu Yi
Produzione: Rosem Films, Laurel FilmsData di uscita: Venezia 2005