“Idiotas” di Fjodor Dostoevskij

L'anima gestuale di Nekrosius

Perdere il protagonista di uno spettacolo fiume di quasi sei ore – intervalli compresi – e riuscire comunque nell’impresa di saper coinvolgere il pubblico è indicativo del profondo lavoro di gruppo che Eimuntas Nekrošius ha saputo condurre con la compagnia del Meno Fortas Theater.

Per le date previste al Toniolo di Mestre, Idiotas è andato in scena con la sostituzione del biondo protagonista Daumantas Ciunis con Darius Petrovkis nei panni del Principe Myškin. Dopo il romanzo Anna Karenina il regista lituano continua a lavorare sulla grande letteratura russa ottocentesca con L’idiota di Dostoevskij. In scena un portone a due ante che posa sul palcoscenico appeso a quattro cavi calati dal graticcia. A destra e sinistra di questo avanza verso il proscenio un ingombro fatto di culle-letti-panchine, sedie coperte da lenzuola, un piano verticale e una grande tavola da pranzo. Praticamente tutti gli oggetti che nel corso dello spettacolo verranno utilizzati, una sorta di quinta-magazzino a scena aperta. Dal soffitto pende uno schermo sul quale sono proiettate le traduzioni del testo lituano recitato dagli attori.

Si inizia proprio come nel romanzo con l’incontro – che è anche sfida – tra il principe Myškin e Rogozin (Salvijus Trepulis) in treno verso Pietroburgo, l’uno di ritorno dalla Svizzera dove delle cure hanno migliorato la sua epilessia, l’altro a rincorrere la sua amata Nastas’ja Filippovna (la bravissima Elzbieta Latenaite). La fisicità dello spettacolo viene dichiarata qui sin dall’inizio: Rogozin racconta del suo amore trascinando in lungo e in largo per il palco Myškin attaccato a un anello metallico del diametro di una ventina di centimetri. E’ proprio questa fisicità continua la caratteristica precipua della ricerca teatrale dello spettacolo. Gli attori hanno dato prova di una instancabile concentrazione, di un ottima preparazione fisica. Il gesto non è quasi mai naturalistico e l’interpretazione verbale del testo non cerca il realismo. Si tratta di una continua sperimentazione sulle possibilità anche simboliche di questi due elementi per raccontare il sotto testo di una trama che viene volutamente ridotta a un intrigo di matrimoni. La grandezza del romanzo e delle tematiche di Dostoevskij sono infatti affidate non alla resa dell’intreccio, ma proprio all’interpretazione attoriale. La mano registica trova però il risultato migliore proprio quando al gesto individuale riesce a sovrapporre la costruzione collettiva delle azioni.

Quasi sempre presente sia in forma diegetica – grazie al piano – che extradiegetica la musica originale di Faustas Latenas, che generalmente caratterizza ogni scena con un singolo strumento o una singolo colore strumentale.

Se nel romanzo la natura rivoluzionaria di Myškin era quella di essere puro come un bambino nel mezzo delle turpitudini e delle passionalità adulte della società russa, qui il carattere infantile sembra determinare anche tutti gli altri personaggi. Sono infatti tutti, uomini e donne, capricciosi, adolescenziali, persino infantili nelle loro pretese. E’ forse a questo elemento che rimandano le culle in scena fin dall’inizio. Anche il gesto allora può essere interpretato come immediata e sincera manifestazione dell’istintività fanciullesca.

Idiotas di Fjodor Dostoevskij
Regia: Eimuntas Nekrošius – Scene: Marius Nekrošius – Costumi: Nadezda Gultiajeva – Musiche originali: Faustas Latenas – Luci: Dziugas Vakrinas
Con: Elzbieta Latenaite, Darius Petrovkis, Salvijus Trepulis, Diana Gancevskaite, Margarita Ziemelyte, Vidas Petkevicius, Migle Polikeviciute, Vaidas Vilius, Vytautas Rumsas, Ausra Pukelyte, Vytautas Rumsas junior, Neringa Bulotaite, Tauras Cizas