Fuori Concorso
Tratto dal dramma di Jose Regio, “El Rei Sebastiao”, il film di Oliveira ripercorre il regno del re Sebastiao.
Il portoghese “Manoel de Oliveira” rappresenta oggi uno degli autori europei più longevi e prolifici del panorama internazionale.
Nato nel 1908 ha praticamente attraversato tutta la storia dal cinema dal muto all’avvento del digitale e negli ultimi anni è ritornato alla ribalta nei festival di Cannes e di Venezia con pellicole molte apprezzate sia dalla critica che dal pubblico. Gli spetta insomma di diritto il posto di grande maestro del cinema contemporaneo, anche perché i suoi film hanno spesso conservato una particolare dimensione intima e composta che da sempre accompagna la tematica costante del suo cinema, cioè il recupero della memoria e dell’uomo, attraverso uno stile che si richiama spesso al più puro pittoricismo.
In occasione della consegna del Leone d’oro alla carriera a Oliveira, viene presentato in prima mondiale il suo nuovo film, O quinto império, kolossal storico su re Sebastiano del Portogallo. Una sorta di personaggio mitico che voleva rinverdire i fasti dei suo predecessori portando gloria al Paese stesso. In seguito alla sconfitta nella battaglia di Alcacer-Quibir (1578), nota anche come la Battaglia dei Tre Re, in cui lo stesso Sebastiao cadde, il corpo del sovrano non fu mai ritrovato e nacque così la leggenda di un suo probabile trionfale ritorno che avrebbe spazzato via il “male” e riportato lustro alla nazione. Il sottotitolo del film “ieri come oggi” è sinonimo di un ritorno al Medio Evo, di un terrorismo spietato che colpisce gli innocenti e che sconvolge gli Stati Uniti quanto l’Europa con l’unico obiettivo di annientare la civiltà occidentale.
“Atteso” e “nascosto” rappresentano le parole chiave del sovrano-protagonista. Ma non solo. Testimoniano con grande efficacia il percorso di un regista lungo ed estremamente articolato. Il monumentale e multiforme cinema di De Oliveira è caratterizzato da un unico tema di fondo: la riflessione sulla condizione umana e sul bisogno insopprimibile di “rendersi padroni del caos che si è”. Protagonista è sempre l’uomo, solo, di fronte al mistero della vita con il continuo intento di dimostrare la mancanza di vie d’uscita, di impossibilità di fuga. La vita viene vista come un processo di ripetizioni, l’arte come ulteriore ripetizione della vita. Parallelamente abbiamo la solitudine esistenziale di ogni uomo, isolato nella sua essenza, nella sua impotenza, nel suo “caso” personale. Dovrebbe, a questo punto, essere chiaro come il cinema di De Oliveira sia animato da una preoccupazione di tipo etico, di fronte alla quale chi guarda non può restare indifferente. Le sue opere ci inchiodano a noi stessi, alle nostre responsabilità, alle nostre esistenze. E’ questo il significato dei ricorrenti sguardi in macchina degli attori: ogni spettatore deve, personalmente, assumere una posizione critica nei confronti di ciò che gli viene proposto, operare una scelta, pur sapendo che l’oscillare è il nostro luogo d’elezione.
Titolo originale: O quinto imperio – Ontem como hoje
Nazione: Portogallo, Francia
Anno: 2004
Genere: Drammatico
Durata: 127′
Regia: Manoel de OliveiraCast: Ricardo Trepa, Luis Miguel Cintra, Glria de Matos, Miguel Guilherme, David Almeida
Produzione: Paulo Branco
Distribuzione: Mikado
Data di uscita: Venezia 2004 –
15 Luglio 2005