“La nostra vita” di Daniele Luchetti

Corale di borgata romana

Un giorno d’estate, la luce si appoggia intensa sul letto di Elena e Claudio; è palpabile la loro complicità, il loro desiderio. Hanno già due figli e un terzo tra poco in arrivo.
Sono gente di borgata: vivono con un solo stipendio una vita stretta. Lei, è portatrice di sani principi: non si spendono soldi inutilmente e non si mangiano schifezze. Lui, le affida la famiglia e la sua felicità. Il caldo e materno ventre di lei può custodire tutto.

Dopo Cosa voglio di più, ancora una storia dal basso, raccontata cercando un punto d’osservazione interno. L’ultimo film di Daniele Lucchetti, in concorso al Festival di Cannes, è dotato di una capacità di persistenza che va oltre la sua durata. Cinico, ma con compassione, solleva il primo strato di pelle, quello dell’apparenza, per rilevare quello sottostante in cui lecito e illecito si contendono lo spazio sul filo di lama. Nessuna tesi; solo la vita che scorre nel territorio finito della borgata: la casa, il lavoro e il centro commerciale. Aspro e all’apparenza quasi scontato nella sua semplicità, articola una storia che respira l’aria dei nostri tempi; che ha la concretezza di una realtà periferica, ma non marginale, perché appartiene a troppi. Né diavoli, né santi: solo la normalità di vite sospese, tra il cemento dell’edilizia popolare, la diffidenza per chi viene da fuori e il desiderio di riscatto.

Il detonatore è il lutto: Elena (Isabella Ragonese) muore di parto. Un colpo di scena che ghiaccia, improvviso, e occlude le emozioni di Claudio, orfano disperato della sua donna che non ha nulla in tasca se non le parole di Vasco, da urlare con rabbia e mescolare al pianto; filmicamente scarna, un’ottima prova d’attore per Elio Germano.
In questa storia non c’è una panchina su cui rifugiarsi per elaborare il lutto (Caos Calmo), Claudio non può fermarsi e neanche lo vuole, il dolore, che cieco balza in avanti, lo fa accelerare alla ricerca del riscatto: perché il benessere è l’unica cosa che pensa di poter dare ai suoi figli e a sé stesso.

Con l’immediatezza della macchina a mano, prende forma un racconto a spirale: la coppia, la famiglia, i vicini di casa, il cantiere. Sullo schermo convivono orrori e tenerezze, errori e riscatti.
Con Sandro Petraglia e Stefano Rulli, Lucchetti crea tangenze tra vite diverse: Ari lo spacciatore in sedia a rotelle dal volto umano (Luca Zingaretti); Piero, il fratello, poliziotto municipale bello e fragile (Roul Bova); Porcari, l’imprenditore edile, sempre in bilico tra padre e antagonista ([Giorgio Colangeli->mo3826]) e poi gli operai, tutti extracomunitari senza permesso di soggiorno, tra cui un pediatra che lavora con malta e mattoni; e infine i bambini, che stanno a guardare, che crescono.

Corale, le donne occupano uno spazio ampio: sono il motore della famiglia e, diverse tra loro, proteggono e accudiscono. Oltre a Elena, dispensatrice d’amore e anima sensibile, sono Gabriela (Alina Berzunteanu), la donna rumena che guarda solo avanti, perché non può permettersi di guardare indietro, Loredana, la sorella, la cui generosità è confinata al solo nucleo famigliare e Celeste, moglie di Ari, ex prostituta senegalese e amorosa baby sitter alla ricerca di una vita “normale”.

Lucchetti vuole essere realista, parla di ambizione, di desiderio e apparenza, ma lo fa con un sentimento di vicinanza che imprime anche allo spettatore. Ritrae lo spazio scivoloso, sordido e accidentato che appartiene al quotidiano, senza giudicare. Politico, inevitabilmente, ma senza l’evidenza del discorso. Nessuno cambia radicalmente, tutti però s’aggiustano, trovano il tempo per riconsiderare la propria vita e per riscaldarsi con un po’ di solidarietà.
La nostra vita di Daniele Lucchetti è un film a lenta cessione, che accompagna lo spettatore, anche una volta uscito di sala.

Titolo originale: La nostra vita
Nazione: Italia
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 95′
Regia: Daniele Luchetti
Sito ufficiale: www.ivid.it/lanostravita/
Cast: Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli, Alina Berzunteanu, Marius Ignat
Produzione: Cattleya

Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: Cannes 2010
21 Maggio 2010 (cinema)