“Night and Day” è il primo singolo estratto dal nuovo album di Michael Bolton “Bolton Swings Sinatra”, e non si può fare a meno di chiedersi il perché di questo lavoro che a tratti sembra azzardato.
Bolton affascina soprattutto il pubblico femminile per la tipologia di canzoni che scrive e interpreta, dai successi di Barbra Streisand a quelli di Joe Cocker, per finire con Dock of the Bay di Otis Redding, ha una voce carezzevole e ammaliante, ma forse cimentarsi con The Voice è troppo anche per lui, soprattutto in un momento in cui il pubblico sta ancora pensando al successo di Michael Bublé nello stesso “genere”. Ma anche qui la sfida è impari.
Bolton ha dalla sua parte una grande orchestra, che suona alla perfezione nello stile delle classiche Big Band, una buona produzione, ma la sua voce risulta poco incisiva, poco profonda e troppo poco “swinging”. Basta ascoltare il singolo “Night and Day” per rendersene conto. Bolton non riesce ad avviluppare le note della melodia facendole scorrere dentro di sé per poi lasciarle libere di sedurre l’ascoltatore portandolo in un mondo da sogno, e non riesce ad avere il carisma del “vecchio” crooner, che ne ha viste e fatte talmente tante che ora non gli resta altro da fare che cantarle. Nonostante le sue indiscutibili doti canore, il cantante americano sembra un ragazzino alle prime armi in confronto a Sinatra. La riuscita di quel tipo di musica non necessita solo di perfezione tecnica e interpretazione costruita a tavolino, vive e si nutre soprattutto di un “mood”, di un atteggiamento, di un modo di essere troppo distante da Bolton. Anche riprendere alcune canzoni incise da Bublé non aiuta di certo l’operazione discografica, come “I’ve got you under my skin” e “Summer wind”, nelle quali il giovane ma scafato Bublé si mangia il vecchio lupo Bolton a colazione.
“Bolton Swings Sinatra” rimane un album di facile ascolto, piacevole dal punto di vista musicale, ma che non ha il mordente giusto per conquistare il cuore degli amanti di Sinatra.