È il 2010 e ha quasi settant’anni il maestro Riccardo Muti quando decide di raccontare la sua vita di musicista. Sceglie di farlo con un’autobiografia dal titolo “Prima la musica, poi le parole”, affidata alla casa editrice Rizzoli.
Viene “prima la musica” perché, spiega, nonostante egli ami cominciare solitamente dalle parole, in questo caso è diverso:
“Qui volevo solamente spiegarvi il bisogno che ho, a settant’anni, dopo cinquanta di musica, di fermarmi a riflettere sulla mia vita, su me stesso, e farvene – per l’appunto – parola”.
Nasce così quest’autobiografia che si costituisce per buona parte di episodi e successi musicali.
Si parla di partiture, di compositori, di orchestre, di prime teatrali e di studi (tanti). Ma poi, tra un’opera e l’altra, spunta fuori anche il Riccardo Muti uomo, oltre che maestro e musicista.
Ed è proprio qui che forse sta l’aspetto più interessante dell’intera autobiografia, l’elemento cioè che riesce a raggiungere anche il lettore appassionato sì, ma magari non esperto.
Si potrebbe quindi approcciarsi a Prima la musica, poi le parole attraverso due differenti chiavi di lettura, ponendosi su due livelli diversi, eppure entrambi validi.
Uno più tecnico e specifico, in cui i professionisti del settore troveranno pane per i propri denti facendo proprie le riflessioni del maestro sulle singole opere e sul modo di interpretarle.
L’altro invece più umano, narrativo, che racconta, come si diceva poco sopra, l’uomo al di fuori (o potremmo dire dentro) del musicista.
Quello stesso uomo che, ad esempio, confessa di aver detto alla figlia Chiara in procinto di avviarsi verso la carriera teatrale: “Se non riesce è una vita di solitudine e delusione, se riesce è una vita di solitudine e lavoro”.
Fanno da accompagnamento (come si direbbe appunto in musica) alle parole di Riccardo Muti non soltanto le note, ma anche le immagini, che ritraggono il maestro in momenti di vita pubblica e privata, dall’infanzia fino ai giorni nostri.
Infine, non mancano aneddoti e curiosità del “dietro le quinte”, dall’incontro con la Regina Elisabetta II a Papa Giovanni Paolo II, senza dimenticare mostri sacri della musica come Luciano Pavarotti e Maria Callas. Anzi, per quest’ultima sarebbe più giusto parlare della voce di Maria Callas. Lasciamo a voi il piacere di scoprire il perché…
Riccardo Muti; Prima la musica, poi le parole. Autobiografia; Rizzoli; 2010; pp.254; € 20,00