Controcampo Italiano
Il 24 febbraio 2010 un gruppo di operai della Vinyls di Porto Torres occupa il carcere dell’Asinara. Una occupazione pacifica, una forma di lotta non tradizionale. Vivono sul’Isola per quindici mesi, insieme soffrono, sperano, piangono, raccontano. Condividono un’avventura umana che va al di là della lotta sindacale.
“Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso“. Se lo ripetono ogni giorno i “naufraghi del lavoro che non vedono la terraferma”, i quindici operai della Vinyls che per 15 mesi hanno pacificamente occupato il carcere dell’Asinara. Una “autocarcerazione” volontaria per portare l’attenzione sulla loro vicenda. Cassintegrati senza futuro, perchè giochi politici e manovre finanziari impediscono che la storia dello stabilimento chimico di Porto Torres (ma anche quelli di Ravenna e Porto Marghera), giunga ad una conclusione positiva.
Fiorella Infascelli, autrice di Il vestito della sposa e documentari, incontra per caso una rappresentanza deli operai della Vilnys: è stata appena lanciata “L’isoladeicassintegrati, un reality reale, purtoppo” (“visto che c’è l’Isola dei Famosi che è finta, noi facciamo vedere un reality reale), un blog da cui oggi è nato anche un libro. La regista decide che è doveroso raccontare questa storia, raggiunge il gruppo sull’Isola dell’Asinara, selvaggia, magnifica e disabitata. Gli inverni sono durissimi, non ci sono servizi, gli operai si organizzano per sopravvivere. Mantengono i contatti con il mondo esterno per dare visibilità alla loro forma di protesta.
Le famiglie sono lontane, ci si può abbracciare solo nel week end, ma alcune mogli decidono di seguire i loro compagni nella faticosa vita all’Asinara. L’importanza del sostegno delel famiglie è importante, lo ripetono continuamente gli operai: “Senza le nostre famiglie non avremmo resistito tanto in questa forma così singolare di protesta”.
Fiorella Infascelli resta sull’isola e condivide con il gruppo di operai momenti lieti e tristi, (“è diventata una cassintegrata anche lei”) la sua cinepresa entra nelle loro vite, esplora i sentimenti più privati, lascia che i racconti nascano con spontaneità (“non è stato poi così difficile stare davanti alla macchina da presa, dopo un po’ ti abitui”). Alcuni piangono, altri sorridono, altri sono lottatori nati e non perdono mai la loro grinta. Un universo di emozioni su cui aleggia costante e ritorna con prepotenza il tema del lavoro. Vite private e lotta collettiva si fondono senza soluzione di continuità, dando voce ad una grande umanità piena di dignità, sempre in contrasto con i paesaggi aspri e bellissimi dell’isola.
Come finirà questa storia è uno dei misteri tutti italiani: “La malvagità dell’Eni e l’incompetenza del governo non ci fanno ben sperare – spiega durante la conferenza stampa a Venezia Pietro Marongiu uno degli operai protagonisti del documentario – Questo Paese è riuscito a buttare a mare le potenzialità della chimica di base”. Pietro, Andrea, Silvia (“la maestra cassintegrata”), Antonio parlano a nome di tutti i lavoratori in lotta, di altre situazioni simili troppo spesso dimenticate.
Per chi vuole seguire l’evolversi de “L’Isola dei Cassintegrati, l’unico reality reale, purtoppo”, c’è il sito internet.
PUGNI CHUSI
Regia: Fiorella Infascelli
Nazione: Italia
Durata: 60′