“RAUL – DIRITTO DI UCCIDERE” di Andrea Bolognini

Raul, l'eroe dei comuni mortali afflitto dal senso del pudore

In una Roma fascista in trepidante attesa della visita di Hitler il Raskòl’nikov di dostoevskijana memoria acquista le sembianze di Raul (Stefano Dionisi) giovane non allineato col regime e assillato dai debiti. Nei giorni di quel maggio del ’38 Raul uccide una vecchia usuraia (Laura Betti, nella sua ultima interpretazione) e sua sorella: non per necessità, ma per indagare il concetto del “diritto di uccidere”…chi può motivarlo e arrogarsene il diritto?

Raul ha un alibi di ferro, un reo confesso, nessun testimone oculare dei fatti, eppure non ravvisa nessun effetto catartico nel suo gesto, lucidamente premeditato e pronto a confermare.
La splendida Violante Placido è la Sonia di Raul, costretta a prostituirsi per mantenere una famiglia capeggiata da un padre (Alessandro Haber) alcolizzato e privo di tessera del partito.

Raul si guarda intorno, è aperto ad un mondo in cui ogni gesto dettato dalla brutalità fascista lo porta ad interrogarsi sulla qualità del proprio di gesto.
Porfirio (Giancarlo Giannini) il sagace giudice che “sente” la colpevolezza del ragazzo, al di là del ruolo istituzionale ricoperto è il personaggio chiave della storia, quello con cui lo scontro dialettico raggiunge le punte più elevate.

Gli abili sceneggiatori Suso Cecco D’Amico col figlio Masolino hanno ben rispettato il plot originale, ma purtroppo, la pellicola non accorda a Porfirio e Raul il tempo necessario per stabilire una vera “sfida intellettuale”. E’ operazione ardita far durare solo 140 minuti ben 674 pagine di romanzo. Ne parliamo come se fosse un adattamento, ma l’opera prima di Bolognini è solo “liberamente tratta” da quel “Delitto e castigo” la cui avvenuta lettura non può che gravare sul giudizio complessivo del film. L’ottimo cast di attori è immerso in una accuratissima ricostruzione dell’Italia dell’epoca e plasticamente fotografato dal bravo Daniele Nannuzzi. Nella volontà di farne un giallo, di creare suspence però, il film sembra raggelarsi, fino ad annullare il forte pathos caratterizzante la storia.

Il punto di forza di “Raul” è nella possibilità di raffronto tra il personaggio – che crede fermamente nella giustizia, per questo non tollera l’esistenza di parassiti sociali che limitano le possibilità dei capaci – e la dittatura dell’Italia fascista dove, l’applicazione delle teorie del “superuomo” ha stravolto il concetto stesso di giustizia, creando una nuova categoria di impuniti. Lodevole, la scelta di fare del film una metafora dell’ingiustizia e della follia di chi ordina le guerre, ieri come oggi.

Titolo originale: Raul – Diritto di uccidere
Nazione: Italia
Anno: 2005
Genere: Drammatico
Durata: 97′
Regia: Andrea Bolognini
Sito ufficiale: www.raulfilm.it
Cast: Stefano Dionisi, Violante Placido, Giancarlo Giannini, Nicola Farron, Alessandro Haber, Laura Betti, Ernesto Mahieux, Maurizio Mattioli
Produzione: Ilena Cinematografica S.R.L.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita: 15 Aprile 2005