Concorso
De Oliveira torna a Venezia raccontandoci la passione di una donna che desidera con tutta l’anima incontrare la Madonna. Un cinema fatto di interrogativi, di una ricerca continua, un’indagine sull’eternità e sul continuo bisogno di risposte, che non possono arrivare se non attraverso la conoscenza di se stessi.
Appena uscito di prigione per un crimine che non ha commesso, Luciano trova un lavoro nella ricca tenuta di Alfreda. Rimane sorpreso nell’apprendere che il più grande desiderio di lei sia quello di assistere ad un’apparizione della Madonna. Non le bastano le belle macchine e i vestiti costosi? E’ stata forse colpa dello strano professor Heschel, esperto di studi biblici, il quale le ha confidato che la Vergine Benedetta era ricca? Alfreda non troverà pace fino a quando non potrà interrogare la Vergine Maria durante l’apparizione. Suo marito Bahia si interessa molto più alla musica che a sua moglie, ma un ambiguo accordatore di pianoforti trama affinché il sogno di Alfreda diventi realtà…
De Oliveira torna al festival di Venezia per raccontarci la storia di una donna tormentata dal dubbio, dal suo bisogno di risposte, di certezze: e per tutta la durata del film quello che si raccoglie sono solo domande che non trovano mai una vera soluzione, tanto che lo spettatore esce amareggiato, o forse deluso, per non aver ottenuto alcuna spiegazione. Ma il significato del cinema del novantasettenne maestro portoghese sembra risiedere proprio nel continuo interrogarsi, in una ricerca disperata di senso: come sempre, la vera chiave di accesso alla comprensione sembra essere la conoscenza di noi stessi attraverso il passato. E anche se questa volta non vi sono esplosioni metaforiche come in “Un film parlato”, non si può non provare compassione per il calvario di chi cerca la salvezza del mondo attraverso un’incontro con la Madonna, ma in fondo con il suo io (cos’altro può mostrare lo specchio magico se non noi stessi?). Come dice Alfreda: “Chi non vuole salvare il mondo non vale più di un cetriolo marcio.”
Ovviamente non ci si deve aspettare ritmi alla James Bond, ma se si avrà la costanza di seguire i personaggi nei loro dialoghi si avvertirà tutta la tensione contenuta nelle loro conversazioni: sembra di assistere a dissertazioni filosofiche che da un momento all’altro ci possano offrire quella frase, quella parola capace di regalare per sempre la pace interiore. La santità di Alfreda non sta nel far miracoli, ma nella ricerca, nella volontà di conoscere Dio: un’indagine sull’eternità molto più profonda del confuso, istrerico e arrabbiato “L’ora di religione” di Bellocchio. Anche Abel Ferrara affronterà il tema alla mostra, e sarà interessante mettere a confronto le due opere per vederne le relative conclusioni. E tutta la sala alla fine si ritrova ad attendere l’apparizione (vera o presunta) che ponga fine al lacerante interrogarsi di una donna, ma anche alla continua ricerca di un uomo che a 97 anni è ancora capace di scrutare il mondo per scoprirvi nuove cose – e questo non è poco.
Titolo originale: Espelho Magico
Nazione: Portogallo
Anno: 2005
Genere: Drammatico
Durata: 137′
Regia: Manoel de OliveiraCast: Michel Piccoli, Marisa Paredes, Leonor, Silveira, Ricardo Trepa
Produzione: Filbox
Distribuzione: Mikado
Data di uscita: Venezia 2005
27 Luglio 2007 (cinema)