La Mostra del Cinema di Venezia ed il suo pubblico rendono omaggio a Simone Massi, una delle figure più interessanti del panorama dell’illustrazione made in Italy.
In occasione della 69. Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia un animatore italiano ha conquistato le platee dei cinema del lido veneziano con una sigla introduttiva piacevole ed accattivante che ha sostituito l’ormai abusata sequenza a là Lumiere delle edizioni precedenti. Si tratta di Simone Massi, classe 1970, disegnatore ed illustratore originario di Pergola e formatosi alla Scuola d’arte di Urbino.
Oltre ad aver curato l’immancabile momento introduttivo alle proiezioni e le illustrazioni dei materiali cartacei dell’edizione 2012 del Festival di Venezia, Simone Massi ha ricevuto un omaggio da parte della kermesse diretta da Alberto Barbera: nelle prestigiose Sala Pasinetti e Sala Perla è stata infatti proiettata una selezione di cortometraggi dell’artista marchigiano.
Prima di addentrarsi in una descrizione delle incantevoli opere ospitate a Venezia occorre inquadrare meglio un personaggio così particolare ed interessante come Simone Massi. Per comprendere l’originalità dell’illustratore è sufficiente addentrarsi tra le pagine del suo sito ufficiale (www.simonemassi.it) e perdersi tra le riflessioni e le immagini offerte al visitatore. Dal Manifesto si evince con facilità una dirompenza schietta e al tempo stesso delicata, mentre dalle immagini che fanno la loro comparsa sulla schermata si percepisce lo stile “rustico”, manuale, idealmente legato alle origine contadine della sua famiglia e del luogo in cui è nato. In 19 anni di attività, Massi ha realizzato ben 19 cortometraggi e ricevuto più di 200 premi in festival di tutto il mondo tra i quali il David di Donatello del 2012 per il miglior cortometraggio con Dell’ammazzare il maiale.
Nella selezione presentata a Lido emergono per poeticità Piccola mare (2003), con la voce narrante di Marco Paolini, e Tengo la posizione (2001), ispirato a Cesare Pavese e alle lettere dei condannati a morte della Resistenza. Un raro gioiello di animazione è poi La memoria dei cani (2006), considerato uno dei capolavori dell’arte animata degli ultimi decenni e premiato in festival importanti come quelli di Zagabria, Hiroshima, Stoccarda e Bucarest. Non potevano mancare infine Dell’ammazzare il maiale, realizzato nel 2012 e fresco vincitore del David di Donatello, e i suoi primi lavori degli ultimi anni novanta come Immemoria, Adombra, Racconti e Niente.
Lo stile di Simone Massi si confronta con le tecniche più disparate (matita, china, gessetti colorati) e trova nei caratteristici “graffi”, un lavoro di sottrazione in cui le figure emergono dalla materia in un affascinante gioco di luci e ombre, la forma più compiuta di un lavoro artistico manuale e artigianale a cui Simone Massi conferisce genialità e poesia.
69. Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia
OMAGGIO A SIMONE MASSI