Un film tedesco ha vinto la sezione lungometraggio alla 18. edizione di Alpe Adria Cinema – Trieste Film Festival. Si tratta di “Der freie Wille” (Il libero arbitrio) di Mathias Glasner. La giuria, composta da Roberto Campagnano, Denis Valic e Maciej Karpinski, ha assegnato all’unanimità al film di Glasner il premio Trieste come miglior lungometraggio in concorso.
La motivazione spiega che “il film racconta con drammatica incisività, senza alcun compromesso, la storia di un uomo schiavo della propria natura, costretto a vivere al di fuori di ogni contesto sociale. Il regista non indulge a facili soluzioni e conserva un distacco oggettivo, aiutato da due interpreti eccezionali”.
E infatti il film racconta la storia di Theo, uno stupratore appena rilasciato dall’ospedale psichiatrico dove era stato rinchiuso. La paura delle donne e la frustrazione di ciò che scatenano in lui rendono la sua esistenza estremamente complicata nella società cosiddetta normale. Nettie, invece, è una ragazza di ventisette anni che finalmente è riuscita a rompere i rapporti con un padre che l’ha sempre vessata sul piano psicologico. Theo e Nettie si incontrano e si innamorano, cominciando insieme un viaggio ai limiti del libero arbitrio. E così l’amore può alimentare nuove speranze, anche in situazioni complesse e nelle vite più disperate.
Il film di Glasner riesce a coniugare, con rigore ed equilibrio, realtà estreme, aiutato molto dai due protagonisti che riescono a trasmettere, con grande efficacia e spontaneità, l’anomalia del loro rapporto.
Una menzione speciale è andata al film polacco Il recupero di Slawomir Fabicki, un’altra storia ai limiti della legalità, dove il giovane protagonista, innamorato di una donna più grande di lui, immigrata ucraina, è pronto a qualunque cosa pur di farle avere il permesso di soggiorno in modo da rimanere legalmente in Polonia. Si può percorrere la strada cattiva a fin di bene?
Il premio “Fondazione Mediterraneo” come miglior cortometraggio è andato all’opera rumena Il tappo della valvola di Radu Jude. Si tratta di una piccola storia su persone semplici, in un percorso on the road che, come spiega la giuria, merita considerazione “Per la sensibilità in cui è rappresentata la vita di ogni giorno in un paese che è diventato parte dell’Unione Europea ma che ha appena iniziato a lottare per vivere allo stesso livello in cui vivono gli altri paesi europei”.
Infine il premio Alpe Adria Cinema al miglior documentario in concorso è andato all’opera svedese Dimenticate di Agnieszka Lukasiak. Si tratta di un documentario che vede protagoniste due giovani donne che vivono nell’area delle ex aziende collettivizzate, i grandi campi di lavoro per contadini istituiti in Polonia all’epoca del comunismo, lasciati poi nel più totale abbandono con il cambio di regime. Un mondo dimenticato al centro dell’Europa.