Un samurai tra leggenda e ironia per il primo film in costume del regista Giapponese
Un massaggiatore cieco e viandante, due ragazzi scampati al massacro della propria famiglia e desiderosi di vendetta e un Ronin in cerca di lavoro e denaro per curare la moglie. Come in un disegno del destino, le vite di questi personaggi si incrociano risolvendosi l’una nell’altra, tra carneficine, gioco d’azzardo, danze ritmate e battaglie tra bande nel Giappone di fine Ottocento.
Kitano continua a stupire con la forza e la semplicità dei suoi personaggi, e con una storia che sembra uscire direttamente dall’immaginario collettivo popolare. Infatti le avventure itineranti del massaggiatore cieco (che in realtà dimostra di essere ben più di un semplice vagabondo) nascono da un’icona della tradizione nipponica già ripresa più volte sul piccolo schermo in Giappone. E’ quindi evidente che la forza di questo film nasce anche dalla presentazione di una figura conosciuta che incarna valori importanti per la cultura a cui appartiene il regista e dal modo in cui la storia è stata raccontata, come si trattasse di una leggenda da trasmettere di generazione in generazione.
Il risultato è un film semplice, di irrinunciabile impostazione teatrale, eccessivo al momento giusto e minimalista quando la situazione lo richiede. Paesaggi rurali e bucolici si alternano a scene di carattere urbano magistralmente coreografate, personaggi quasi mitici lasciano il passo a figure caricaturali degne delle performances dei migliori comici.
La sensibilità e la genialità di un autore come Kitano potrebbe essere esemplificata dalle scene in cui zappatori e carpentieri orchestrano con i loro strumenti un sottofondo musicale e metafilmico al ritmo delle immagini, occupando allo stesso tempo lo spazio sonoro e quello narrativo. La danza d’insieme del finale, coronata da una splendida esecuzione di tip-tap in salsa orientale non può che essere la ciliegina sulla torta di una pellicola classicamente fuori dal coro.
Da tutto ciò la trama tradizionale di vendetta, onore e combattimenti trae nutrimento, integrando una storia già ben collaudata con l’umanità tipica delle persone comuni e la straordinarietà dell’eroe uscito dalle leggende raccontate dai vecchi intorno a fuoco.
Un film vitale che assomma semplicità tematica e foga estetica, che compone sentimenti umili e aspirazioni morali, un film moderno che cresce nell’immaginario dello spettatore e con esso contribuisce a perpetrare una tradizione che potremmo quasi identificare con quella storicamente definita “orale”.
Titolo originale: Zatoichi
Nazione: Giappone
Anno: 2003
Genere: Azione
Durata: 115′
Regia: Takeshi Kitano
Cast: Beat Takeshi, Tadanobu Asano, Michiyo Oguso, Yui Natsukawa, Guadalcanal Taka, Daigoro Tachibana, Yuko Daike, Ittoku Kishibe, Saburo Ishikura, Akira Emoto
Produzione: Shinji Komiya, Masayuki Mori
Distribuzione: Mikado
Data di uscita: Venezia 2003 –
14 Novembre 2003