Primo regista italiano di questa settima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival è l’esordiente Alessandro Berellini, che presenta però una produzione svedese con il corto drammatico Under the surface you’re never alone (titolo originale Nedom Ytan Är Man Aldrig Ensam). Il corto è un dramma onirico caratterizzato da un’intensità rara per un cortometraggio.
Laura, madre della piccola Kim, deve restare sola con la figlia mentre il marito è fuori città per un weekend di lavoro. Terrorizzata dalla solitudine della sua grande casa, la mattina dopo la prima notte da sola Laura chiama la polizia, sostenendo che un uomo fosse entrato durante la notte nell’abitazione minacciando lei e la piccola Kim. il resto del weekend passerà per Laura nell’angoscia più totale, ma quando finalmente suo marito, Robert, tornerà a casa, la donna si accorgerà che la sua paranoia l’ha portata a commettere qualcosa di estremamente tragico.
Raccontare una storia così intensa in soli 15 minuti è indiscutibilmente difficile. L’accuratissima gestione dei tempi però riesce a distribuire i pochi ma segnanti accadimenti della trama in un climax ascendente di surreale follia perfettamente equilibrato, riuscendo a far stare entro la breve durata tutti gli elementi di cui la trama aveva bisogno per raccontare una storia così pesante.
Prendendo in prestito espedienti di regia dal genere horror (genere in cui il film non può però essere inserito), con frequenti jumpscare e momenti di suspance di una rara intensità per un cortometraggio, Berellini riesce già nei primi minuti a a rendere sempre più sottile la linea che separa il reale dal sogno, trascinando lo spettatore nell’angosciante allucinazione della povera Laura, magistralmente interpretata dall’attrice svedese Kirsti Eline Torhaug.