Seconda donna a presentare un cortometraggio a questa settima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival è la russa Elena Brodach, con il film muto Next. Si tratta di un progetto poetico e semplicissimo (potremmo dire minimalista) che si presenta come un lavoro radicalmente diverso rispetto agli altri prodotti presentati quest’anno al concorso internazionale del festival.

Il corto apre su un giovane uomo addormentato sul letto. Affianco a lui, una ragazza che prima si alza, quindi scopre il corpo del giovane e poi, senza mai svegliarlo, raggiunge la scrivania dall’altra parte della stanza, dove comincia a lavorare a una piccola statuina che raffigura il corpo del suo amante. Una volta terminata la sua piccola opera d’arte, la ragazza la ripone su una mensola assieme a tante altre statue, una diversa dall’altra, ognuna raffigurante uomini e donne nudi, di tutte le età, le razze e le taglie. Negli ultimi istanti del corto, vediamo la ragazza intenta a scegliere la sua prossima “musa” da una nota app di incontri.

Sebbene, come molti dei registi emergenti che hanno presentato la loro opera prima al Ca’ Foscari Short Film Festival, Elena Brodach venga dal mondo della fotografia, è notevole l’utilizzo che fa del movimento di macchina, decidendo di raccontare questa breve e poetica fiaba urbana con un unico piano sequenza, che parte dal nudo umano per finire sul nudo artistico, che di quel primo nudo è una copia filtrata attraverso la sensibilità della protagonista.

Una colonna sonora sognante e suggestiva contribuisce a dare una certa intensità a questa breve riflessione sull’arte e sul sesso. Le sculture, come abbiamo detto hanno un ruolo centrale all’interno del corto, sono ad opera dell’artista russa Tatiana Brodatch, presente assieme alla regista alla proiezione del 16 marzo all’Auditorium Santa Margherita.