VENEZIA – The Merchant of Venice è lo spettacolo d’apertura giusto per la stagione 2016/2017 del Teatro Goldoni. Un classico shakespeariano è sempre attuale, ma quando a portarlo in scena è la compagnia Shakespeare’s Globe di Londra, il valore di questa scelta diventa più chiaro. E’ giusto che Venezia rivendichi la sua vocazione cosmopolita, che offra uno spettacolo di livello internazionale in lingua originale. Soprattutto scegliendo una messa in scena classica, popolare e di qualità, con un testo simbolico per l’isola della laguna veneta.
Inutile ripercorrere l’arcinota vicenda di Bassanio e Porzia, di Antonio e della famigerata libbra di carne reclamata da Shylock. Il Mercante di Venezia è un tassello imprescindibile del teatro e letteratura occidentale. Orgoglio e vendetta, amore e amicizia, astuzia e castigo: tutta l’arte del Bardo in un’opera di grande intrattenimento che, come sempre, si presta a diversi livelli di lettura.
La sontuosa versione di The Merchant of Venice – portata in tour per tre continenti dalla Shakespeare’s Globe – elogia la tradizione, senza rivisitazioni o intellettualismi posticci, con una messa in scena corale e opulenta. E non poteva essere altrimenti. La ricca produzione inglese offre uno spettacolo visivamente accattivante, progettato con ritmo implacabile e un’attenzione meticolosa per luci e scenografie. Il regista Jonathan Munby esalta le scene di gruppo e i momenti più solenni o triviali: strizza l’occhio al pubblico e lo coinvolge direttamente, rivendica esplicitamente la natura popolare della commedia di William Shakespeare.
Nonostante siano molte le trame a intrecciarsi in The Merchant of Venice – e la parte più lunga sia scritta per Porzia – il personaggio simbolo di quest’opera è e rimane l’ebreo Shylock. Un ruolo ambito e sul quale si misura, ormai, la statura di un attore. Non si contano le star di ogni grado e provenienza che si sono cimentate con uno dei personaggi più controversi dell’universo shakespeariano, a teatro come al cinema. In Italia Albertazzi, Pagni e Silvio Orlando, solo per citare qualche spettacolo degli ultimi anni. Per non parlare delle prove d’attore di Orson Welles e Al Pacino.
Nella versione del Globe, a vestire i panni vituperati (ma non senza compassione) dell’usuraio giudeo è il volto noto di Jonathan Price. Conosciuto al grande pubblico per i suoi ruoli cinematografici in 007 e i Pirati dei Caraibi, per non parlare de Il Trono di Spade, l’attore gallese è uno Shylock misurato e convincente, capace di dare equilibrio all’eterno conflitto tra il valore del ruolo e la performance dell’attore. Il resto del cast – in realtà non sempre all’altezza – e il pubblico, ringraziano.
Autore: William Shakespeare
Regia: Jonathan Munby
con: Jonathan Pryce
e con: Stefan Adegbola, Andy Apollo, Raj Bajaj, Jolyon Coy, Dan Fredenburgh, Michael Hadley, Colin Haigh, John Hastings, Christopher Logan, Dominic Mafham, Brian Martin, Dorothea Myer-Bennett, Rachel Pickup, Phoebe Pryce, Giles Terera, Meghan Tyler
Durata: 2h 45′ con intervallo