Bensaïdi ritorna alla regia di un film dopo sei anni da Mort à vendre, e lo fa presentando questo Volubilis alle Giornate degli Autori della 74° Mostra del Cinema di Venezia.
Abdelkader e Malika sono una giovane coppia appena sposata che sta tirando la cinghia da qualche tempo per riuscire a permettersi di andare via dall’appartemento che condividono con la famiglia di lui e occuparne uno nuovo dove essere una vera famiglia, magari anche con dei figli in programma. I problemio iniziano ad arrivare quando lui, solerte lavoratore, forse anche troppo, osa mancare di rispetto alla moglie di un importante uomo d’affari.
Film non di denuncia sociale quanto esemplificativo di una certa condizione per le classi basse in tutta la zona mediterranea, Volubilis richiama e mette in scena una divisione classista dei suoi personaggi sfruttando le valenze del mezzo in una storia di umiliazione e sofferenza. Abdelkader è uno stakanovista che commette uno sbaglio a sua insaputa proprio perchè, per non sgarrare, si appiattisce sulle regole impostegli e pretende che gli altri le rispettino, anche troppo letteralmente. Il suo ambiente è quello di un supermercato che Bensaïdi riprende con tre inquadrature appena, strette e claustrofobiche, distanti dalla scena come se fossero allestimenti di un palcoscenico teatrale. Da esso verrà cacciato, dopo essere stato umiliato e linciato, e quindi si ritroverà catapultato nel mondo aperto e incerto. Disoccupato e astioso, non riuscirà a gestire la cosa, tormentato dall’uomo che ha ordinato l’intimidazione (lo stesso Bensaïdi) , finendo per preferire spiarlo di notte aspettando l’occasione per rivalersi al tempo (già poco) che poteva passare con la moglie, a servizio da una signorotta del posto per sbarcare il lunario.
Il rapporto tra i due si logora, al punto che viene valutata da entrambi l’idea del divorzio, ma si riconciliano grazie a un caso che rivela a Malika il torto subito dal marito. La forza del film sta tutta nella relazione che si instaura tra la coppia e i membri della classe “alta”, una relazione fatta di umiliazioni, derisione e classismo vecchio stile. L’élite borghese si diverte davanti al video del pestaggio, elogiando il pugno di ferro di Bensaïdi/Si nel gestire la situazione con “gli animali”. Davanti all’enorme casa di Bensaïdi, Abdelkader deve rinunciare ai suoi propositi di vendetta perchè è destinato a perdere, e non gli rimane altro che arrendersi. Il regista vuole comunicare il potente divario fra le due classi, al punto che le riprende con tecniche diverse, camera fissa e montaggio serrato per gli sposini, mdp mobile e flessuosa per l’alter-ego di se stesso e la moglie. Questo sta a significare che proprio le regole sono diverse per le persone, e per adesso gli Abdelkader e le Malika del mondo possono solo fuggire. Questi possono rispettare le regole alla lettera, ma non per questo possono considerarsi salvi.
In conclusione, Volubilis è un’opera interessante, tento semplice quanto emotivamente potente, con la tecnica giusta per raccontare una storia cinica che non lascia spazio ai riscatti, alle vendette, pur comprendendoli. Importante.