Nel 2006, Sacha Baron Cohen – due volte vincitore del premio BAFTA – stupì tutti portando sul grande schermo la controversa figura del giornalista Kazako Borat Sagdiyev nel film Borat: Studio Culturale Sull’America A Beneficio Della Gloriosa Nazione Del Kazakistan. Con un linguaggio filmico crudo e dissacrante, Baron Cohen e il regista Larry Charles avevano creato un vero e proprio show internazionale in cui si prendeva di mira l’ipocrisia della cultura occidentale. Borat fu un evento, che potesse piacere o no.
Ora il giornalista Kazako lascia il posto a Brüno: famoso fashionista austriaco, nonché conduttore del programma Funkyzeit Mit Brüno, il cui obiettivo è diventare la più grande celebrità Austriaca dalla comparsa di Hitler.
Ma se pensate che sia solo una parodia sfacciata e spregiudicata sul mondo della moda, vi sbagliate. Per una serie di eventi, Brüno viene licenziato dal programma televisivo per aver sabotato un importante sfilata a Milano (la sequenza è stata realmente girata a Milano, durante la Fashion Week 2008, dove Brüno venne bandito. La Camera della Moda Italiana rilasciò un comunicato stampa in cui avvertiva gli stilisti della possibilità da parte di Sacha Baron Cohen di rovinare le loro sfilate; il consiglio della Camera era di vietare il totale accesso alla produzione di Brüno. Ma Baron Cohen aveva in mente un piano. Il regista Charles eliminò la barba e cambiò la sua pettinatura; tutte le figure coinvolte nel realizzazione del progetto modificarono il loro aspetto. Per ottenere uno spazio di tempo di di trenta minuti prima che la sfilata della stilista Agatha Ruiz De La Prada iniziasse, l’uomo che ha dato vita a Brüno sapeva ciò che andava fatto. Il team ha ottenuto l’ingresso per Baron Cohen e così Brüno è entrato, ma non nelle vesti del famoso conduttore del programma Funkyzeit Mit Brüno, bensì sotto le spoglie di un fotografo italiano in un nuovissimo outfit.)
Licenziato, quindi, Brüno non rinuncia al suo sogno di fama: la sua strategia è andare da una parte all’altra della Terra alla ricerca disperata di fama e amore. Raggiunge Hollywood dove tenta in ogni modo di sfondare.
E come aveva puntato il dito contro questo mondo della moda, Cohen lo rivolge al sistema hollywoodiano, all’impalcatura dello spettacolo e del successo.
Lo spettatore assiste a una serie di viaggi di Brüno che rincorre il successo, imitando star (va a “prendere” un bambino in Africa, per finire sulle copertine come Madonna o la Jolie), cercando di “risolvere” la sua omosessualità, quando vede in tv solo coppie eterosessuali. E via così.
Quello che manca a Brüno è una compatezza di scrittura. La frammentazione di questo lungometraggio, in tutti questi viaggi (da Hollywood a Israele, dall’Africa agli Stati Uniti di nuovo), in tutti questi cambi di idea, di sortilegi e di ricerche per ottenere la fama, spazientisce, per un’estenuante ricerca, vana, di una forma satirica unica, per un continuo circoscrivere uno spazio comico personale.
L’insolenza beffarda che aveva contraddistinto Borat, qui, seppur ce ne sia intenzione, non riesce a svilupparsi. E non solo per la scarsa omogeneità della trama. Non c’è nulla di peggiore che imporre dei criteri alla risata. La sofisticata e sublime arte della satira non può essere circoscritta e, per contro, nemmeno essere lasciata liberamente aperta. Per questo non si crede sia legittimo inserirvi qualsiasi forma o utilizzo di presa in giro del potere. Ci deve essere un limite e, per capire quale sia questo limite, è sufficiente vedere Brüno.
E non si tratta di dar fiato alle polemiche. Questo film, pur serbando in sé elementi che condensano una satira contemporanea feroce, racchiude anche elementi di puro cattivo gusto, ingiustificati e gratuitamente volgari, utilizzati, purtroppo, più per ottenere gli stessi scoop, e lo stesso successo, contro cui si scaglia e si ribella. Fa lo stesso gioco del potere mediatico contro cui vuole ribellarsi.
Stupisce e non poco, la presenza, nella canzone finale di star come Bono, Sting, Elton John, Chris Martin, Snoop Dogg e Slash.
Titolo originale: Brüno
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Commedia
Durata: 83′
Regia: Larry Charles
Sito ufficiale: www.brunoredhot.com
Cast: Sacha Baron Cohen, Gustaf Hammarsten, Clifford Bañagale, Chibundu Orukwowu, Chigozie Orukwowu, Trishelle Cannatella, Candice Cunningham, Todd Christian Hunter, Bono, Ben Youcef, Elton John, Sandra Seeling, Emerson Brooks, David Hill, Alice Evans, Alexander von Roon
Produzione: Everyman Pictures, Four by Two, Media Rights Capital
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 23 Ottobre 2009 (cinema)