“Disconnect” a Venezia 69: anime offline

Il mondo controverso e disconnesso di Rubin

Frank Grillo: “la sceneggiatura mi ha toccato subito”

VENEZIA – L’idea è nata dallo sceneggiatore Andrew Stern quando ad una cena con sei amici parlavano tutti al cellulare. Questa comunicazione-incomunicazione quotidiana dei giorni nostri che allontana e avvicina al mondo si vede in Disconnect primo lungometraggio di finzione di Henry-Alex Rubin.

A Venezia sbarca la storia di navigatori on line che si perdono nell’immensità della rete, perdendo un conto, lavorando per un sito hard e dedicando ore e ore seduti davanti allo schermo.
La trama è quella di una società nella quale c’è un eccesso di comunicazione informatica che ha completamente distrutto il tessuto delle relazioni umane e collettive. Tutti vivono davanti a un pc, a un Ipad o a uno smartphone.

Parla l’attore e protagonista Frank Grillo, in conferenza stampa, dicendo che per il ruolo è stato insieme ad un detective di New York e che è rimasto sorpreso da quante situazioni possano accadere navigando sul web. “La sceneggiatura mi ha toccato subito, ho pensato ai miei figli”.

Rubin ha aggiunto: “Frank ha passato molto tempo con questo detective e ha capito tutto. Con lui ho una stupenda comunicazione. Ci si capisce al volo. Io lo filmavo, ma lui non lo sapeva. Lui va in scena e si dimentica di tutto. Credetemi non sembra che stia recitando, sembra che sia così”.

In merito alla produzione, il regista, anche documentarista, si ha detto molto contento. “Ci siamo divertiti molto. A me piace interagire, aiutare, influenzare, guidare. Questo è un nuovo genere per me e cercare i volti è stata una nuova esperienza”.

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