Fuori Concorso Doc 2005
Il critico cinematografico Anton Giulio Mancino dedica il suo documentario, presentato fuori concorso al Festival di Torino, a Giancarlo Santi, uno dei “dimenticati” del cinema italiano degli anni ’70.
Il documentario di Mancino si apre con alcune immagini tratte dal primo film diretto da Giancarlo Santi, Il grande duello del 1972, pellicola dimenticata dai dizionari dei film ma ben presente nella memoria del proprio regista. Un film che dimostra tutta la passione di Santi per il western, amore nato dopo l’incontro con Sergio Leone e dopo aver lavorato come assistente alla regia per C’era una volta il West (1968). Ma l’incontro con il mondo del cinema per Santi avviene molti anni prima, già alla fine degli anni quaranta, quando si avvicina al grande Vittorio De Sica durante la lavorazione di uno dei più grandi film nati durante il periodo del Neorealismo, Ladri di Biciclette. Santi guardava dalla finestra la messa a punto di alcune scene, il lavoro degli attori e dei tecnici. E questo primo approccio non poteva certo restare un caso isolato.
Si ritroverà, alcuni anni più tardi, nel 1959, sempre con De Sica sul set del Generale della Rovere per una piccola collaborazione. In seguito, questo giovane romano con la passione per il cinema avrà la possibilità di incontrare e di lavorare con altri importanti nomi della cinematografia italiana tra cui Marco Ferreri e appunto Sergio Leone. Santi si ritrova per anni sempre all’ombra di qualcuno, di qualcuno più grande e più noto, prestando il proprio servizio a volte con un compenso inadeguato, dando utili consigli e cercando di risolvere intricate questioni tecniche.
Nel documentario frammenti di vecchie pellicole italiane contornano e supportano in maniera sapiente i racconti del regista ultrasessantenne, i suoi ricordi, ricchi di ironia e di nostalgia, prendono così una particolare forma e offrono allo spettatore la possibilità di scoprire cosa vuol dire amare veramente il cinema. Gli argomenti affrontati da Santi sono molteplici, le sue amicizie e inimicizie, i suoi incontri, le sue difficoltà, il rapporto con gli altri tecnici e registi e con la critica cinematografica. Vengono spese alcune parole, molto ironiche, proprio sul ruolo dei critici che Santi definisce una categoria particolare. I critici si lamentano troppo durante i festival, del duro lavoro del recensore e dei loro ritmi a volte troppo serrati, quando invece dovrebbero apprezzare questa condizione, insomma per dirla con le parole dello stesso Santi “sempre meglio che lavorà”.
Mancino, in poco più di un’ora, offre un profilo onesto e sincero di questo regista che ha dato per molti anni il suo contributo al cinema italiano.
GIANCARLO SANTI: FACEVO ER CINEMA
ITALIA, 2005, DV, 80′, COLORE
REGIA: Anton Giulio Mancino
SCENEGGIATURA: Anton Giulio Mancino, Giancarlo Santi
FOTOGRAFIA: Luca Daddario, Roberto Basili
PRODUZIONE: Il Nuovo Fantarca Onlus