“L’Intrepido” di Gianni Amelio

Il "Candide" zoppicante di Gianni Amelio

Venezia 70. Concorso
Antonio Pane (Antonio Albanese) ripete sempre al figlio una frase che possiamo riassumere così “fortunato colui che riesce a guadagnare facendo un lavoro che ama.”

Antonio è un quarantenne che vive a Milano, ed è un ottimista, nonostante tutto, cioè nonostante non abbia un lavoro fisso, ma sia un perenne “rimpiazzo”; cioè quando qualcuno si assenta dal lavoro, perché ha una visita o perchè malato o simili, lui lo sostituisce. E lo fa per qualsiasi tipo di professione: tramviere, venditore di rose, bibliotecario, operaio, fattorino, spazzino, … Il lavoro non lo stanca. Lui ama lavorare, perchè vuole e deve lavorare; e per questo accetta, visti i “tempi,” di non essere pagato sempre, ma ogni tanto. Basta lavorare. La sera, se non deve rimpiazzare qualcuno, studia per partecipare a concorsi pubblici. Non dà segni di cedimento, è un inguaribile positivo. Anzi, è pronto a confortare gli altri; a partire dal figlio musicista, fragile e titubante in un mondo che non sa come affrontare, per proseguire con Lucia, una giovane conosciuta a un concorso pubblico, esile anima perduta.

Divorziato, ex calzolaio con un diploma magistrale, orgoglioso di avere un figlio che coltiva l’arte della musica, Antonio Pane è un uomo che cammina a testa alta nel mondo; se mai prova disagio, questo è rivolto verso la difficoltà di capire le crisi esistenziali dei giovani, come del figlio e come di Lucia, per i quali si toglierebbe tutto, pur di consolarli e aiutarli.

In concorso alla 70. Mostra del Cinema di Venezia arriva L’Intrepido di Gianni Amelio.
Ci aspettavamo forse troppo dal nuovo film di un maestro del cinema. Ci siamo trovati davanti a un film dove non si percepisce più l’emozione del viaggio di Vincenzo ne La stella che non c’è, o la poesia de [ Il primo uomo->25048)], giusto per fare qualche esempio.

I primi venti minuti de L’Intrepido sono di una tenerezza realistica adorabile, empatica. E’ inevitabile, in quel breve lasso di tempo, fare un paragone tra Charlie Chaplin e Antonio Albanese, tra Charlot e Antonio Pane, entrambi eroi solitari in difesa dalla dignità dell’uomo, del diritto al lavoro; entrambi schiacciati, l’uno da una catena di montaggio, l’altro da un mondo che fa perdere fiducia. Il merito di questo paragone va tutto ad Antonio Albanese, abile attore comico quanto attore drammatico, maschera capace di comunicare con il pubblico.
Poi succede qualcosa alla regia di Gianni Amelio; un qualcosa che non siamo riusciti a spiegarci e che ci ha lasciati perplessi sull’evoluzione della storia.
L’Intrepido è film che diventa più storie, senza scegliere, e senza dar la possibilità al pubblico di capire. Per quanto bravo, Antonio Albanese – innocente, “candido”, contro una vita che lo mette continuamente alla prova, che lo “stuzzica” e che farebbe uscire chiunque dagli schemi di eccelsa educazione – non riesce a colmare i vuoti della sceneggiatura e ci spiace dirlo, ma anche le imperfezioni registiche di questo fillm.

Interessante e attuale l’idea di fondo: il lavoro, la famiglia, i giovani. Importanti i sentimenti: l’amore, la fragilità, la consolazione. La contrapposizione tra il candore energico, inarrendevole di Antonio e la debolezza dei giovani, preda di inquietudine, viene affrontato, purtroppo con dialoghi che rimbombano elegiaci.
Trascorsi, quindi, i primi venti minuti circa, la commistione tra dignità umana e valori, tra il bisogno di tornare alle origini e i rapporti interpersonali, raccontati attraverso una narrazione che sa di fiaba metropolitana, diventa un miscuglio senza personalità, senza grinta. L’interagire di Antonio con personaggi non ben delineati, interpretati a volte “troppo scolasticamente” appesantisce un carico già ingombrante, che il film non riesce a sopportare. E così, L’Intrepido implode nel finale; la conclusione del film forse vorrebbe far sognare o alleviare i pensieri, ma a noi, per quanto possiamo sforzarci di elevare Antonio Pane a essere l’ultimo degli eroi di strada, non possiamo fare a meno di riscontrare un paradosso. Questo proprio per l’indecisione narrativa zoppicante che caratterizza L’Intrepido.

Titolo originale: L’Intrepido
Nazione: Italia
Anno: 2013
Genere: Commedia
Durata: 104′
Regia: Gianni Amelio
Cast: Antonio Albanese, Livia Rossi, Sandra Ceccarelli, Gabriele Rendina, Alfonso Santagata
Produzione:
Distribuzione:
Data di uscita: Venezia 2013