Maria (Maria Amelia Monti) è una dirigente di banca con un’intensa vita sessuale. La sua amica Lucia (Angela Finocchiaro), attrice, è invece piuttosto repressa e sublima sul palcoscenico la mancanza di uomini nella vita reale. Una domenica mattina, trovandosi a casa di Maria per provare il copione che sta preparando, Lucia incontra un ragazzo di ventisei anni (Stefano Annoni), appena svegliatosi: la sera prima, quando erano entrambi ubriachi, era stato sedotto e portato con sé da Maria. Non ricordando nulla della notte appena trascorsa, il ragazzo scambia Lucia per Maria. Lucia asseconda l’equivoco e recita la parte dell’amica, la quale, a sua volta, assume i panni di Lucia: le due donne diventano in tal modo lo specchio in cui ciascuna si può guardare per come realmente appare agli altri (l’idea del teatro come specchio in cui riconoscersi è ribadita dalla presenza, sul palcoscenico, di uno specchio rivolto verso il pubblico).
La scena è una commedia sui ruoli sessuali, su come siamo costretti a recitare parti che ci vengono imposte e sulla necessità di reinventare tali ruoli, per riscoprire ad un tempo la nostra libertà e la nostra responsabilità verso l’altra persona. Lo spettacolo – come nelle precedenti tappe della tournée – ha ottenuto un notevole successo: la platea del Manzoni, gremita, ha riservato alla pièce risate e applausi. Dopo aver registrato tale accoglienza, dobbiamo però dire che non l’abbiamo condivisa. Il testo non ci ha convinto. Ci è parso debole, sorretto da furbizie (lo spunto, un po’ pruriginoso, da rotocalco: la cougar e il toyboy…) e da pesanti didascalismi (i personaggi sono avvolti nei più triti stereotipi per permettere poi all’autrice di auspicarne facilmente il superamento).
Possiamo dire che lo spettacolo ha un buon inizio (l’intreccio tra vita reale e palcoscenico, dove quest’ultimo un po’ rispecchia la vita, un po’ offre quello che in essa manca; la trovata dello scambio di persona) e uno sviluppo abbastanza gradevole (per quanto la comicità si regga più sul collaudato mestiere delle due protagoniste che non sulle qualità del testo o su invenzioni registiche) ma che la parte finale, a partire dal momento in cui Lucia parla della morte del figlio (monologo sgradevolmente fuori tono, che introduce una serietà posticcia e ricattatoria), evidenzia una brusca caduta.
“La scena” di Cristina Comencini
Compagnia Enfi Teatro. Produzione di Michele Gentile. Regia di Cristina Comencini. Con Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti e Stefano Annoni.
Al Teatro Manzoni di Milano dal 7 al 24 novembre 2013.