Con questo episodio si torna alla tradizione dei flashback, e scopriamo dei particolari sul passato di Sayid. Il quale, fatto prigioniero dalla Dharma e condannato a morte, decide che l’unica cosa da fare è prendere in mano la situazione e risolverla a proprio modo. Un modo sicuramente estremo, che forse solo da lui potevamo aspettarci.
Si inizia con quello che probabilmente è stato il primo “assassinio” di Sayid, compiuto nei confronti di una gallina per salvare il fratello dalle urla del padre (qualcuno ha detto “l’aveva già fatto Eko, ma con una persona vera”?). Nei seguenti flashback vediamo come l’iracheno, dopo aver eliminato tutte le persone della lista, si sia allontanato da Ben, conscio che Linus lo stava solo sfruttando per i propri scopi. Ma vediamo anche come è finito sul volo 316: Ilana l’ha sedotto e incastrato (perché sarà anche il più intelligente dei nostri naufraghi, ma per le donne Sayid ha un intuito poco felice, si veda L’economista). A quanto pare la donna è una cacciatrice di taglie assoldata dalla famiglia del signor Avellino, ucciso da Sayid proprio nell’episodio 4×03. E il fatto che i due abbiano preso proprio il volo 316 pare sia un caso. I dubbi rimangono.
Nel presente, o meglio nel 1977, Sayid si trova in prigione senza troppa voglia di parlare con i suoi carcerieri, e il fatto che la maggior parte delle visite arrivino dal giovane Ben non migliora il suo umore. Per chiarire chi sia decidono di portarlo da Oldham, membro Dharma con una spiccata abilità nel far dire la verità alle persone. Caratteristica che poi condivide con lo stesso Sayid, da qui l’enigmatico titolo dell’episodio Lui è il nostro “te”. Ma mentre l’iracheno torturava le sue vittime, Oldham ricorre a un espediente di sicuro meno crudele: un cubetto di zucchero “corretto” con un pizzico di LSD. E così Sayid, drogato a puntino, finisce per rivelare tutta la verità alla Dharma: ma si tratta di una verità decisamente troppo assurda perché possano credergli. Si decide quindi di eliminarlo, nonostante l’opposizione di LaFleur. Il giovane Ben però lo libera, sperando che possa condurlo da Richard. Ma i piani di Sayid sono diversi: dopo aver rubato la pistola a Jin, l’iracheno spara a sangue freddo al disarmato ragazzino e si dà alla fuga, sperando forse che questo possa migliorare il futuro dell’umanità.
Se poteste tornare indietro nel tempo, e incontraste Hitler da bambino, lo uccidereste? Di sicuro avrete già letto questa domanda da qualche parte, è un classico esempio di dilemma morale. Beh, ora sappiamo cosa farebbe Sayid. Peccato che lui Faraday non l’abbia frequentato abbastanza, e non abbia capito che “il passato non si può cambiare”. Certo, rimane da vedere come gli autori si districheranno dalla difficile situazione nella quale sono andati a cacciarsi: pistola a salve? Protezione sotto la maglietta? Nuova operazione salva-vita di Jack? O, più semplicemente, così come Locke si salvò perché gli spararono dove non aveva il rene, Ben si salverà perché… è senza cuore?! Battute a parte: con Lost nulla è mai certo, ma, a giudicare da come è stata spiegata la faccenda fin dall’inizio, il giovane Ben non è morto. Non può. Forse giusto se a sparargli fosse stato Desmond, lo scozzese “unicamente e miracolosamente speciale”.
L’episodio segna il ritorno, atteso sin da 316, al classico schema dei flashback che aveva caratterizzato le prime tre stagioni (nonostante, in questo caso, riguardino fatti avvenuti circa 30 anni più tardi). Ha inoltre il merito di riportare l’attenzione su un personaggio che in questa quinta stagione era finora rimasto un po’ ai margini. I suoi flashback sembrano non aggiungere nulla di particolare alla storia, ma diventano più interessanti se rivisti in funzione della scena finale. Sempre secondo le teorie di Faraday, tutto questo è già successo: dunque Ben nel 2004 riconosce in Sayid l’uomo che gli sparò nel 1977, forse è stato proprio lui a “pilotare” il suo ritorno sull’isola. E quando nel flashback di Santo Domingo gli dice «È nella tua natura, è quello che sei: tu sei un assassino», lo fa con cognizione di causa; dopotutto era stato lo stesso Sayid a dirglielo, nel ’77, appena prima di sparargli. Un’azione estrema, una macchia indelebile con la quale Sayid ha voluto sporcarsi, nella speranza di cambiare il futuro. Ma se questo suo gesto avesse invece contribuito a rendere Ben la perfida persona che è oggi?
TITOLO ORIGINALE: He’s our you
PRIMA TV USA: 25 marzo 2009 – ABC
PRIMA TV ITALIA: 1 giugno 2009 – Fox
DIRETTO DA: Greg Yaitanes
SCRITTO DA: Edward Kitsis & Adam Horowitz
GUEST STARRING: Reiko Aylesworth (Amy Goodspeed), Sayed Badreya (padre di Sayid), Sterling Beaumon (Giovane Ben Linus), Patrick Fischler (Phil), Jon Gries (Roger Linus), Doug Hutchinson (Horace Goodspeed), Eric Lange (Stuart Radzinsky), Zuleikha Robinson (Ilana), William Sanderson (Oldham).