“Sacro e Profano”: la prima volta di Madonna

In parte Madonna, in parte artista, in parte regista

C’è odore di autobiografia dietro “Sacro e profano”, l’opera prima della regina del pop presentata lo scorso anno alla Berlinale.

Saranno quelle scarpette appese al chiodo che fanno tornare in mente gli esordi come ballerina di Luisa Veronica Ciccone, in arte Madonna, o la storia dell’aspirante musicista che deve subire le fantasie sadomaso dei suoi clienti per riuscire a pagarsi le prove con la band, o quel bisogno “spirituale” della farmacista che sogna di fare la volontaria in Africa a tratteggiare idealmente la personale cronaca di vita della star internazionale.

Qualcuno, parlando di Madonna, l’ha definita “in parte spiritualista, in parte narcisista, in parte sex symbol, in parte scrittrice di libri per bambini, in parte artista, in parte madre…”. A conti fatti la neoregista non poteva non realizzare un film che raccontasse – attraverso tre storie divise in parti più o meno uguali – qualcosa di lei mentre posava lo sguardo sull’altro.

Come ha ammesso la stessa autrice, senza farne un mistero. “È stata un’esperienza completa, che mi ha permesso di esplorare e mettere insieme tutte le cose che amo e che m’interessano, dalla letteratura alla musica alla danza. L’idea iniziale era di fare un cortometraggio, ma poi mi sono innamorata dei personaggi e ho voluto farli vivere più a lungo, così ne ho creati di nuovi e il triangolo A.K. – Holly – Juliette è cresciuto.
Terminato il film mi sono resa conto che ognuno di loro rappresenta un aspetto della mia personalità e così l’esperienza si è rivelata tanto artistica quanto terapeutica”.

A tenere insieme le fila che intrecciano le tre storie del film è un musicista quanto di più lontano si possa immaginare dalla scintillante pista da ballo della regina del pop: Eugene Hütz, leader dello scatenatissimo collettivo gypsy punk Gogol Bordello. Sua è una delle battute più belle di Sacro e profano. “Quando morirò andrò dritto in Paradiso. E tu mi chiederai perché” dice ad un tratto il suo personaggio, A.K.. “Ho pregato abbastanza? No. Ho condiviso abbastanza? No davvero. Sono stato abbastanza modesto? Decisamente no. Allora cosa ti rende così sicuro di finire dritto in Paradiso, mi chiederai. E io ti risponderò, perché dico la verità”.

Sacro e Profano
Dal 12 giugno al cinema