TEATROPERSONA IN “TRATTATO DEI MANICHINI”

La compagnia di Civitavecchia presenta al Teatro Fondamenta Nuove di Venezia uno spettacolo dedicato al tema dell'infanzia perduta

Sappiamo ancora emozionarci come quando eravamo bambini? Parte da questa riflessione, ispirata all’omonimo racconto di Bruno Schulz, autore polacco ucciso nel 1942 dai nazisti, Alessandro Serra nel “Trattato dei Manichini” il primo – insieme al nuovissimo Aure – dei due lavori con cui la compagnia Teatropersona si è presentata al pubblico del Teatro Fondamenta Nuove di Venezia in questi giorni.

Ed è proprio attraverso gli occhi della piccola protagonista, Silvia Malandra – una bambina di dieci anni senza esperienza teatrale, accolta nella compagnia appositamente per questo spettacolo – che Serra ci riporta ai sogni senza tempo dell’infanzia, un periodo in cui, si esorcizzavano giocando anche le situazioni più drammatiche, riuscendo a scacciare la tristezza e l’orrore. “Trattato dei Manichini” non racconta una storia ma traccia volutamente un percorso libero – seppur nulla sulla scena sia lasciato al caso – attraverso una concatenazione di scene e suggestioni. Non ci sono trama né dialoghi, solo un sottile filo conduttore, in parte autobiografico, che è suggerito al pubblico dal regista ma si apre a diverse libere interpretazioni: seguiamo infatti le azioni della piccola protagonista Silvia che, entrata in un luogo che ricorda un orfanotrofio o un collegio infantile, si relaziona con tre inquietanti figure. Magnificamente interpretate da Valentina Salerno, Chiara Cascinai e Alessandra Cristiani, queste figure, che ricordano le istitutrici del collegio, sono rigide, fredde e disumanizzate, quasi dei manichini, appunto, i cui corpi si muovono a scatti meccanici.

Silvia, aiutata all’incoscienza dell’infanzia, gioca con loro come se fossero tre grandi bambole che si spostano snodate nello spazio buio: tutto in scena evoca certi sogni, o addirittura incubi, che hanno turbato l’infanzia di tutti noi. Quegli spazi onirici che abbiamo vissuto con angoscia ma anche con una morbosa fascinazione, capaci allora di riuscire a meravigliarci per qualsiasi cosa, terrorizzati ma sedotti allo stesso tempo dal buio e dall’ingnoto. “Gli indizi contestuali non agevolano la fruizione concettuale dell’evento” – spiega il regista – “ma concorrono allo smarrimento dello spettatore, condotto a occhi aperti nel bosco della propria infanzia, e lì abbandonato, in attesa di incontrare se stesso bambino e semplicemente guardarsi negli occhi in attesa che qualcuno dei due s’avventi e divori l’altro.”

Fondata dal 2000 da Alessandro Serra e Valentina Salerno, Teatropersona è una delle compagnie che si sono maggiormente affermate sulla scena nazionale contemporanea per la sua continua attenzione alla ricerca e alla sperimentazione. Sensibile ai temi legati all’infanzia e molto attivo nei laboratori e nei corsi per i bambini, negli spettacoli Serra si ispira con impegno e talento al lavoro dei grandi maestri del teatro come Kantor, e segue le tracce narrative di alcuni autori come il citato Schulz o Proust, per poi reinterpretarle con uno stile personale. Per lo spettacolo “ Trattato dei Manichini” la compagnia Teatropersona ha vinto nel 2008 il Premio Nuove creatività dell’ETI- Ente Teatrale Italiano e il Premio di scrittura di scena Lia Lapini.

TEATROPERSONA
“TRATTATO DEI MANICHINI”
regia | Alessandro Serra
con | Chiara Casciani, Alessandra Cristiani, Silvi Malandra, Valentina Salerno
spettacolo vincitore di NUOVE CREATIVITA’ con il sostegno di ETI Ente Teatrale Italiano
e Premio di scrittura di scena LIA LAPINI
produzione Teatropersona
co-produzione laLut/Festival Voci di Fonte, Jack and Joe Theatre con il sostegno di ARMUNIA / Kilowatt Festival