Concorso
Con questa pellicola in concorso del quarantaseienne regista bavarese, si prosegue nella lunga e piuttosto noiosa lista dei film tedeschi sull’incomunicabilità tra le persone. In una Berlinale che
tradizionalmente pone grande attenzione ai temi sociali e che evita – o limita allo stretto necessario – il glamour, sorprende che siano proprio i tedeschi a continuare a rimestare in questo pentolone insipido dell’autocommiserazione, un po’ della sere “anche i ricchi piangono”.
La trama è incentrata su una famiglia alto borghese, dove i due sessantenni genitori convocano i due figli ormai sulla trentina, uno dei quali è a sua volta padre separato di un bellissimo bimbo di dunque anni, Zowie, a dire il vero l’unico personaggio simpatico e positivo di tutta la pellicola.
Motivo della convocazione è che la madre, da decenni sofferente di una malattia maniaco – depressiva, vuole annunciare che ora si cura con l’omeopatia, sta bene e non prende più le medicine solite.
Evviva; ma l’incontro con i figli ha più il sapore di un corteo funebre che non di un seppur forzato ritrovo familiare: stentati saluti, niente abbracci, baci manco a parlarne, per carità.
E il weekend va avanti, mentre si scoprono gli altarini del vecchio padre, che da anni ha un’amante, giustificandosi con il pretesto che la moglie Gitte era malata. Ma chissà nella realtà quale sarà stata la causa e quale l’effetto… Comunque sia, proprio ora che la legittima sta finalmente bene e potrebbe godersi con marito ancora prestante la ritrovata tranquillità, ecco che le arriva il siluro. Per tutta e unica possibile risposta Gitte, nottetempo, se ne esce di casa per non farsi più ritrovare.
Molto adatto il titolo tedesco che, tradotto, suona con un esplicito e diabolicamente illuminante: “Che cosa rimane”, mutuato da un romanzo breve del 1990 della compianta Christa Wolf. L’opera della Wolf aveva però l’incommensurabile pregio di raccontare di una donna che era stata sorvegliata dalla Stasi, e non di una madre depressa che si consolava cucinando tutto il giorno per una famiglia del tutto anaffettiva. Del tutto sì, tranne che il piccolo Zowie, che abbraccia e bacia con gioia tutti: si vede che ha preso dalla mamma…
Il film è piaciuto molto a Berlino: i commenti più frequenti sono stati che le famiglie alto borghesi sono proprio così e che molte madri avanti con gli anni si sono rispecchiate nella situazione di Gitte, che sente di non contare di più che un bel soprammobile. Si tratta di situazioni che meriterebbero un’analisi sociologica più profonda ma che forse per fortuna, posto che il comportamento del nipotino Zowie rispecchi l’andamento futuro, sono in via di estinzione.
Titolo originale: Was bleibt
Nazione: Germania
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Durata: 84′
Regia: Hans-Christian SchmidCast: Lars Eidinger, Corinna Harfouch, Sebastian Zimmler, Ernst Stötzner, Picco von Groote, Egon Merten, Birge Schade, Eva Meckbach, Angelika Richter, Jörg Malchow
Produzione: 23/5 Filmproduktion GmbHData di uscita: Berlino 2012